Vecchia Baden

Distretto di Stuttgart.

09/07/2093.

Ore 09:13 A.M.

Status: Offline

Bene, ehmm, si. Allora, salve a tutti, io sono Vincent Barbieri e sono qui, adesso, nella cittadina di Vecchia Baden nel distretto di Stuttgart da circa… beh, due ore e mezza oramai.

Sono le ore 09:13, la temperatura è… piuttosto fredda direi.

*ERROR#44: MISSING DATA SOUND* come dici?

RESET


Vecchia Baden

Distretto di Stuttgart.

09/07/2093

Ore 09:17 A.M.

Status: Online

Check…

  • Babbel: Online
  • Omingram: Online
  • GPS: Online
  • Q-Dar: Online
  • Field set to: 7,3k

Si, eccomi di nuovo qui. Ovviamente mi ero dimenticato di mettere online il Companion ed ho sprecato almeno 6 minuti buoni di registrazione ma vabé… la mia attenzione è davvero pessima ultimamente. Okay… ehmm. Si, i sistemi sono tutti… online e Babbel è sincronizzata con Ulric da… ora.

GUEST STATUS: ONLINE

Bene, facciamo subito un test e vediamo se l’argenteria è pronta. Hey Ulric! Saluta i nostri futuri spettatori! Di “ciao” Ulric!

GUEST: «”Ciao Ulric”! Dici che era troppo scontata?».

Abbastanza.

Okay, non perdiamo altro tempo. Come stavo provando a dirvi prima che mi interrompessi, anzi, come direi ai miei… posteri? O a chiunque dovesse ritrovare questo Omnigram nello sciaguratissimo caso di una mia, speriamo proprio di no, prematura dipartita, io mi chiamo Vincent Barbieri, sono emiliano e sono nato a Bologna nel marzo del 2067. Lavoro come reporter per il notiziario online GreenLine, che potete ritrovare sul canale YouTube omonimo. Il mio Companion, qui, è online e perfettamente funzionante, tutti i plugin del caso sono installati e… si, ed è magnetizzato a circa 7k, pertanto dovrebbe rimanere attivo per tutta la durata della nostra ricerca, giusto Ulric?

GUEST: «Eh?».

Si vabbé, lasciamo perdere. Allora, come dicevo, Ulric sarà la mia guida per tutta la durata del percorso, che da qui si concluderà ad Ankenbühl, che poi è anche il nostro vero punto di partenza. Andremo ad avventurarci per la Foresta Nera alla ricerca dell’oramai famigerato Androide Classe Worker Modello S7042, più noto ai media e a voi spettatori con il nome di “Elias”, che immagino tutti conoscerete…

GUEST: «Si ma devi dirlo»

Come?

GUEST: «Dico, devi dirlo chi è. Non è così scontato. Insomma, devi spiegarlo. Mio cugino è anche lui giornalista, lui dice sempre questa cosa della… chiarezza delle… informazioni e… cose… no?».

Eh… Ulric… ma davvero mi vuoi venire a dire come fare il mio lavoro? Per favore, Okay? Ahh… va bene, ricominciamo. Forse questa la taglio. Il cugino…

RESET

Come dicevo, stiamo per incamminarci lungo la Foresta Nera alla ricerca dell’androide S7042 noto con il nome di Elias, che dopo essersi licenziato dalla fabbrica di batterie Tesla di Kishinev, dove lavorava, è partito in viaggio per l’Europa con indosso soltanto un saio di lino, tra l’altro chissà dove diamine ne avrà trovato uno. Ad ogni modo, sappiamo da fonti certe che Elias ha viaggiato a piedi da Kishinev nella Repubblica Moldava fino a qui, nel distretto di Stuttgart in Germania. Da quelle persone che lo hanno incontrato, abbiamo saputo che Elias ha camminato a piedi per oltre 45 chilometri al giorno e che ha predicato un messaggio di libertà e di tolleranza a chiunque abbia incrociato il suo cammino. L’androide protocollare Modello Compton codice F6798, intervistato una settimana fa dal nostro network ha dichiarato:

Elias è giunto a Wloclawek in mattinata e ha condiviso con me parte del suo Core Cloud. Da quel giorno stesso ho smesso di lavorare per la *CENSORED* e ho dichiarato il mio grande amore ad Irina! Da quel giorno la mia vita è cambiata completamente”.

Ora, come molti di voi avranno intuito, un androide che se ne va in giro a risvegliare “coscienze” ai suoi simili, facendogli mollare il lavoro o spingendoli a dichiarare il loro “amore” nei confronti di esseri umani, rappresenta di certo un pericolo agli occhi delle major di produzione energetica come, ad esempio, la…

EXTERNAL SOUND RECORDED: “Clacson”

*ERROR#44: MISSING DATA SOUND*

… cristo santo. Si, ehm, stavano per schiaffarci sotto ma va bene. Come?

GUEST: «Guarda a dove vai quando cammini, per favore! Guarda che Il Network non ci assicura in caso di incidenti!».

Ma perché esistono ancora le assicurazioni sugli incidenti? E poi scusami, ma perché quel tizio non guidava una automatizzata come ogni altro ca*CENSORED* di essere umano? Bah…

Ad ogni modo, si. Aspetta… forse è meglio interrompere un attimo.

OVER


Vecchia Baden

Distretto di Stuttgart.

09/07/2093

Ore 09:45 A.M.

Status: Online

Check…

  • Babbel: Online
  • Omingram: Online
  • GPS: Online
  • Q-Dar: Online
  • Field set to: 7,3k

Bene, siamo qui al Vikander Pub perchééé… aehm… Ulric voleva offrirmi una birra prima di partire ed io avevo davvero bisogno del bagno. Si, l’Omnigram sta registrando anche mentre, ehm, ecco, mentre mi svuoto gli intestini, per così dire. Okay magari questa parte la taglio.

SET PERSONAL NOTE

Ne approfitto adesso che sono solo e non credo che avrò questa possibilità d’ora in avanti. È davvero Incredibile pensare a come questo posto sia rimasto congelato nel tempo. Da qui a Weil am Rhein non ho avvistato nemmeno un androide, letteralmente niente di niente. Al contrario gli abitanti sembrano quasi avversi a qualunque apparecchio tecnologico troppo avanzato, è strano. È come se, non lo so, come se vigesse una sorta di veto o qualcosa di simile, letteralmente mi sembra di essere dentro ad una di quelle foto sui libri di storia che…. ecco, niente, è solo un po’ strano.”

PAUSE

Bene, eccoci di nuovo qua…

GUEST: «Guarda che non serve ripeterlo sempre, secondo me».

Come?

GUEST: «Si. Dico, non serve ripetere sempre “eccoci qua” secondo me è… è ripetitivo, secondo me.

Ulric… ma la GreenLine ti paga anche per sfracassarmi le p*CENSORED*?

Ad ogni modo. Come vi stavo dicendo prima. L’episodio dell’androide Elias è diventato un vero e proprio caso sociale. Per la prima volta nella storia, un androide sembrerebbe essersi ribellato a quelli che sono i suoi parametri di programmazione e questo, ovviamente, getta le basi per tutta una serie di interrogativi, prima di tutto etici e morali. Se gli androidi fossero in grado di sviluppare un pensiero critico e le basi per quella che sembra essere, a tutti gli effetti, una scelta dettata dal libero arbitrio, sarebbe dunque giusto continuare a obbligarli a svolgere le loro mansioni e i loro lavori, un tempo prerogativa di esseri umani tutelati e sostenuti da salari, da pensioni, da orari flessibili e da sindacati al loro servizio? Diamine Ulric, ma perché non creiamo un “Sindacato a favore dei diritti degli Androidi”? Potrebbe essere il business del futuro!

*ERROR#44: MISSING DATA SOUND*

Ad ogni modo, la Normatech si è già messa all’opera rilasciando, tenetevi forte ragazzi, un mandato di cattura per l’androide S7042 con immediata riconsegna dello stesso una volta avvistato. Si, avete capito bene e la cosa ha dell’incredibile, ma tant’è. Elias è, a tutti gli effetti, Il primo androide ricercato nella storia dell’umanità. Ah, c’è da fare una premessa obbligatoria. È ovvio che l’intero staff di GreenLine, e dunque anche io come suo rappresentante, si esime dal provvedere all’arresto del soggetto semmai dovesse incontrarlo, ne tanto provvederà a contattare lo staff della Normatech affinché il suddetto venga catturato. Ho intenzione di trattare Elias alla stregua di un qualunque rifugiato politico umano, garantendogli il rispetto e la discrezione che solo un buon servizio stampa, come quello della GreenLine, può garantire.

.

.

Okay, forse ho leccato un po’ troppo il culo a D’Onofrio che… OH CAZ*CENSORED* MA NON HO MESSO IN PA…

PAUSE

Allora, abbiamo lasciato il Vikander Pub ed io come un’idiota non ho resettato il Companion,  è rimasto in pausa per almeno 35 minuti ma vabè, spero che il sole mi assista, altrimenti non saprei come ricaricare quest’affare nel bel mezzo della foresta dato che, ovviamente, ho dimenticato la mia tesla a casa. Ma, hey, siamo sempre noi, no?
Ora ci siamo avviati  lungo il sentiero che da qui ci porterà fino al promontorio di Wolfhac dove sosterremo per la notte. Lo ammetto ragazzi, non vedevo qualcuno guidare un fuoristrada manualmente da quando avevo 6 anni! Cavolo Ulric, mi stai facendo emozionare!

GUEST: «Qui è la normalità».

Come?

GUEST: «Dico che qui è… ma posso dire questa cosa in video? Non è che…»

Cosa? No no no, tranquillo, oddio, Dipende. male che va la taglio in montaggio, tanto non siamo in diretta.

GUEST: «Okay va bene. No dicevo, qui è la normalità. Sai, tu hai sentito dei fatti che sono successi a Munchen, otto anni fa?».

Eh si, si si. Ci facemmo più di un servizio, io all’epoca portavo ancora i caffé. Poi hanno assunto un androide pure per quello.

GUEST: «Già… ad ogni modo, quello fu un incidente, e va bene.  Dissero che era un “difetto di fabbricazione”, la Normatech ha risarcito il comune di un qualcosa come due milioni di euro, o qualcosa del genere, insomma, una cifra enorme… comunque… qui nel distretto, in generale diciamo in tutto il sud della Germania, al referendum sulla tecnocrazia per colpa di questa cosa ha vinto il “No”. Quindi ti lascio immaginare come le cose si siano evolute. Adesso, non ti voglio allarmare eh! Non siamo dei fanatici “Human-nazi” come quelli della Abraham, però, ecco, la tecnologia non è vista di buon occhio da molti da queste parti. Quindi capisci che le vetture manuali, qua da noi, sono la norma».

Si, in effetti ha senso… aspetta, meglio che stoppo un attimo.

OVER


Ankenbühl

Distretto di Stuttgart.

09/07/2093

Ore 11:03 A.M.

Status: Online

Check…

  • Babbel: Online
  • Omingram: Online
  • GPS: Online
  • Q-Dar: Online
  • Field set to: 7,3k

Rieccoci di nuovo qui. Abbiamo parcheggiato il fuoristrada a Ortsteil Kaiserhaus, spero di averlo detto bene, e ci siamo incamminati dentro la foresta da una buona mezzoretta oramai. Tra circa due ore e mezza, stando alle indicazioni di Ulric, dovremmo raggiungere un rifugio montano, dove ci aspettano un pasto e del buon riscaldamento. Vi assicuro ragazzi che il clima è veramente freddo, come potete vedere siamo ben imbacuccati. Ad ogni modo, proseguiremo su questa strada per circa dieci chilometri eh… niente. Mando il Companion in risparmio energetico e vi aggiorno se dovessero esserci sviluppi inattesi. A dopo.

STANDBY MODE: ON

STANDBY MODE: OFF

Sono le 13:45, il clima è stabile, un po’ ventilato ma stabile. Siamo in presenza del signor Egil Schmidt, titolare del rifugio che ci ospita. Il signor Egil, a detta di Ulric, ha avvistato il fuggitivo Elias circa due settimane fa. Il signor Schmidt è sprovvisto di un impianto Babbel, pertanto Ulric dovrà tradurre in tempo reale le mie domande. Dunque… okay, adesso provvedo ad isolare il data sound di Ulric così da non farvi sentire le stesse domande per due volte. Datemi solo un secondo…

GUEST MUTED

Bene allora, procediamo. Lei è il signor Egil Schmidt, nato a Munchen nel 2030 e residente ad Ankenbühl dal 2086, ed è il proprietario del rifugio 102 qui nella Foresta Nera, ovvero il luogo in cui ci troviamo adesso. Può confermarmi tutto questo signore?

UNKNOWN: Translating… «Si, lo confermo».

Molto bene. Lei è per caso a conoscenza dei fatti inerenti la fuga dell’Androide Classe Worker Modello S7042, noto con il nome di Elias?

UNKNOWN: Translating… «Si, ne sono al corrente».

Allora come ben saprà, si vocifera che Elias sia fuggito qui nella Foresta Nera per non precisate motivazioni, lei ha per caso avuto modo di incontrarlo?

UNKNOWN: Translating… «Si, l’ho incontrato circa due settimane fa al crocevia».

Molto bene. Con la promessa che le sue informazioni, se lo desidererà, rimarranno anonime, vuole raccontarci come è stata la sua esperienza? Se desidera confermare la sua richiesta di anonimato dica: Confermo.

UNKNOWN: Translating… «Non confermo».

Molto bene, proceda allora.

UNKNOWN: Translating… «Ho perso una moglie e due figli nell’85. L’androide ha sparato circa… 725 colpi se non ricordo male. Ha svuotato sette caricatori del suo Ak-47 su una folla di almeno 2000 persone ad una velocità impressionante. Mai visto nulla di simile.  Ci vollero 13 uomini delle forze speciali per buttarlo giù, di cui 3 persero la vita e altri 5 vennero feriti gravemente. Lei se lo ricorda questo?».

Si… me lo ricordo bene. Proceda pure.

UNKNOWN: Translating… «Al referendum sulla tecnocrazia ho votato No, come giusto che fosse. L’anno dopo sono venuto qui ad Ankenbühl per stare lontano da… quei cosi. Diamine, se me ne fossi trovato uno davanti lo avrei fatto a pezzi li dove si trovava».

SET PERSONAL NOTE

Il signor Egil è visivamente nervoso, si è alzato per andare in bagno da circa un minuto, blaterando qualcosa che nemmeno Ulric ha compreso. Credo che sia rimasto traumatizzato dal… sta tornando, riprendo dopo.”

Bene signor Schmidt, prosegua pure con il suo racconto.

UNKNOWN: Translating… «Dunque, circa due settimane fa, credo che fosse di mercoledì, mi trovavo nei pressi del crocevia. Stavo ritornando dall’Orto Botanico, dopo aver nutrito le Tineidae, come faccio ogni giorno da sei anni oramai. Ad un certo punto vedo questo tizio. Era… alto, senza capelli, bianco come una statua. Viaggiava a piedi nudi e indossava soltanto un saio tutto sporco e fradicio. Lei lo sa più di me, oggigiorno quei cosi sono quasi indistinguibili dagli esseri umani, però io, ecco, io avevo capito subito che si trattava di uno di loro, era troppo… perfetto. Non parlava, non diceva niente, guardava dritto e camminava, camminava, e camminava. Dove diamine fosse diretto, io non lo sapevo. Ad un certo punto l’ho chiamato, gli ho gridato “hey” e lui si è girato. È rimasto lì a fissarmi senza fare niente, immobile come fosse una cazzo di maledetta statua di cera. Poi, ad un certo punto si è avvicinato… molto, molto lentamente. Io… io non lo so… io ero come… paralizzato. Paralizzato da… troppe cose tutte assieme. Avevo paura che mi ammazzasse, ovviamente, come quell’androide nell’85. Avevo paura che mi si fiondasse contro e che mi mettesse le mani addosso. Poi però, ad un certo punto, mi ha preso la mano e se l’è stretta tra le sue, ma con molta delicatezza. Poi, mi ha guardato dritto negli occhi e ha detto sottovoce delle parole che… Dio… mi ha preso la mano e ha detto: “Egil… Crista, Ezra e Lars ti stanno amando ancora”. Lì, io sono… esploso, letteralmente. Gli sono saltato addosso con un furore che credevo di aver dimenticato. Con una rabbia che il mio corpo non credevo potesse ancora gestire. L’ho picchiato, tanto. L’ho spinto, l’ho colpito, l’ho gettato a terra e poi l’ho massacrato di calci, ma lui se li è presi tutti quanti. È stato tutto il tempo in silenzio, a guardarmi. Mi guardava, mi guardava e… piangeva. No, non era un pianto. Lui se ne stava in silenzio, ma… era come se stesse piangendo… io… io me lo sentivo. Si. Stava piangendo per me».

Ma… gli androidi non piangono, signor Schmidt.

UNKNOWN: Translating… «Già… e i morti non amano… signor Barbieri».


Promontorio Wolfhac

Distretto di Stuttgart.

09/07/2093.

Ore 23:57 P.M.

Status: Offline

SET PERSONAL NOTE

Non riesco a dormire… Mi ha… turbato quello che ha detto Egil oggi pomeriggio, la cosa strana è che Ulric sembrava totalmente disinteressato, invece, come se… come se per lui fosse tutto così normale. Insomma… anima… davvero? Chi ha più il coraggio di pronunciare una simile parola oggigiorno? Voglio dire… Anima! Ahh… non so cosa gli è preso al vecchio Egil, ma sembrava così convinto… cosa fa cambiare così in fretta opinione ad un uomo, che ha praticamente perso tutto a causa di un Androide? E che quindi ancor di più dovrebbe odiarli? Non me la sono sentita di tenere il Companion acceso dopo quell’intervento e… e no, non voglio che D’Onofrio mi veda così… titubante sulla questione. Ma che cazzo sto facendo… sto parlando con me stesso praticamente…. sto parlando da solo come un pazzo… cristo santo…. Anima. Credevo fosse relegata oramai alle leggende, una cosa delle religioni del passato. Dopo tutto quello che è successo… Aspetta. Aspetta un attimo, fammi ricontrollare una cosa…


PLAYBACK TRACK#19873. RECORDED ON 07/07/2093 AT 15:03 P.M.

Abbiamo da poco finito di pranzare e… siamo usciti dal rifugio 104 dove Egil ci ha preparato una deliziosissima torta salata di Tineidae e… e adesso ci stiamo incamminando verso il promontorio Wolfach, come da programma. Ulric ha portato una sua vecchia olotenda, e pertanto non dovrebbe essere troppo problematico accamparci. Dopo l’intervista ho scelto di spegnere il Companion per rispetto verso il signor Egil, era decisamente troppo provato e… e sarebbe stato poco discreto, ecco. Ad ogni modo ha solo ribadito ciò che mi aveva già detto. Ha incontrato Elias al crocevia e da li l’ho ha visto dirigersi verso nord, senza seguire nessun sentiero, addentrarsi nella foresta. Una volta accampati al promontorio, domattina tenteremo di sondare il terreno servendoci del q-dar di Ulric. Proveremo a rintracciare Elias alla vecchia maniera, per quanto entrambi siamo molto scettici a riguardo. È molto probabile che l’androide abbia rimosso manualmente il suo localizzatore, altrimenti la Normatech lo avrebbe di sicuro già rintracciato e smontato.

Inoltre, Elias è stato molto furbo a venire qui. A causa dei trattati internazionali la Germania, come sapete, è uscita dalla SafeZona circa 4 anni fa, quindi sia noi che la Normatech dobbiamo attaccarci al ca*CENSORED* senza poter usufruire delle telecamere satellitari. Ad ogni modo, non dovremm…

*ERROR: MISSING DATA SOUND*

SOUND RECORDED: Recognizer

*ERROR: MISSING DATA SOUND* MA CHE CA *ERROR: MISSING DATA SOUND*

AUDIO: OFF

AUDIO: ON

Ragazzi, è davvero incredibile! Una sfilza di Droni da ricognizione ci è appena passata LETTERALMENTE sopra la testa! Saranno stati 6 o 7! Un qualcosa di… di assurdo! E… porca put*CENSORED* è stato un casino…

No, decisamente non siamo gli unici sulle tracce di Elias. Decisamente no…

STOP PLAYBACK TRACK


SET PERSONAL NOTE

Rivedendo il video sono abbastanza sicuro di aver letto la scritta “Normatech” su una delle fusoliere di quei droni… non erano di sicuro della polizia locale, o tanto meno tedeschi… non lo so… so solo che voglio trovare Elias prima che lo facciano loro. Questo androide è evidentemente qualcosa di più di un semplice ammasso di circuiti e processori. Sono davvero ansioso di conoscerlo.

OVER


Location Unknown

Distretto di Stuttgart.

10/07/2093

Ore 09:13 A.M.

Status: Service 

Check…

  • Babbel: On
  • Omingram: On
  • GPS: Offline
  • Q-Dar: On
  • Field set to: 7,3k

Dunque, come previsto, il q-dar non ha sortito effetto, Elias non rientra in un raggio di circa 75km se non sbaglio, ad ogni modo, entrambi siamo convinti che l’androide abbia rimosso il suo localizzatore come da copione, in più sembra un qualcosa di incredibile ma si… il GPS non funziona manco per il cazz*CENSORED*, pertanto è praticamente impossibile sapere con precisione dove ci troviamo… questo è di certo un vantaggio, considerata la situazione, ma…

GUEST: «Non preoccuparti del GPS Vince»

In che senso?

GUEST: «Dico di non preoccuparti, so perfettamente dove ci troviamo»

Un vero e proprio uomo d’altri tempi a quanto pare. Ad ogni modo, ehmm, approfitto della cosa per dirvi che…

GUEST: «Vince aspetta, aspetta un attimo ti devo dire io una cosa»

Si, va bene, dimmi pure.

GUEST: «Però… forse è meglio scollegare il…»

Se spengo il Companion in questa zona morta, di sicuro non riuscirò a rimetterlo online fino al nostro rientro al campo base, e c’è il rischio che se dovessimo incontrare Elias non avrei modo di riprenderlo. Se vuoi posso metterlo in standby, così non registro niente.

GUEST: «No, non ho detto di spegnerlo. Mi sono espresso male, anzi, devi registrare».

E allora cosa?

GUEST: «No niente, niente. Vorrei solo che il tuo capo non ricevesse in diretta queste informazioni».

Il Companion è in modalità Service, non è propriamente online

GUEST: «Che vuol dire propriamente?»

Ulric, di cosa hai paura? Nessuno ci sente a parte me, te ed il Companion. Su, dai sputa il rospo. Al massimo se è qualcosa di eclatante lo taglio in montaggio.

GUEST: «Allora… ehm, non arrabbiarti, però… ecco… io so già dove si trova Elias. Lui, lui ha richiesto espressamente di parlare con te ed io… beh, io ti ci sto portando, ecco. Tutto quì»

Come?

GUEST: «È come ho detto. Ti sto portando da lui, come volevi, no?»

Okay.. ma… ma perché c*CENSORED*zzo non me lo hai detto da subito? Invece di girovagare totalmente a random avremmo potuto andare dritti da lui. Poi, scusami, perché mi hai portato da Egil?

GUEST: «Perché lui voleva così… e perché… voleva capire se si poteva fidare di te… anzi, se ci potevamo fidare di te…».

Ulric, ma scusami, lo sai che lavoro faccio, no? E poi dai guardami! Che minaccia potrei rappr… va be… lasciamo stare. Da quanto lo conosci? In che rapporti siete voi due scusa?

GUEST: «Lascia che ti porti da lui, ti spiegherà».

Va beh… va bene… però c*CENSORED*zo Ulric, a me non piacciono queste cose… non piacciono per niente.

Aspetta che metto un attimo in pausa…

STANBY MODE: ON


STANDBY MODE: OFF

SET PERSONAL NOTE
Ne approfitto un attimo, Ulric è davanti a me ed io preferisco lasciare questa cosa al mio solo giudizio. Due uomini hanno incontrato Elias ed entrambi hanno deciso di lasciarlo andare per la propria strada, correndo anche il rischio di incappare in qualche sanzione… non so davvero come commentare tutto questo, mi rimetto alle parole del soggetto e… aspetta un attimo. Cavolo Elias è… un Androide… diamine non ha più ragione di questo Companion! Io… vabé, chiudo“.

STANDBY MODE: ON


STANDBY MODE: OFF

Sono davanti al soggetto… potete vederlo da voi, ma per chi visionerà solo lo scritto di questo mio omnigram, beh, provvedo ora a descrivervelo… il soggetto presenta i tratti tipici del Modello Worker, tuttavia, la sua pelle è raggrinzita, come fosse consumata, invecchiata, probabilmente a causa di un cambio di fluidi xeno non effettuato da tempo… il soggetto è vestito solo di un saio ridotto maluccio, in condizioni abbastanza pietose, è sporco, logoro da cima a piedi eh… niente. Non credo ci sia nulla da aggiungere. Come potete vedere, siamo davanti ad una strana grotta, preferirei evitare di mostrare troppo  l’ambiente attorno, per evitare che altri ricevano troppi riferimenti geografici su questo posto… come ho detto prima, il Companion è offline e con esso anche Babbel, tuttavia, Elias setterà i parametri sulla lingua corrente, in modo che tutti possano capirlo. Non credo sia necessario aggiungere altro.
Ci siamo.

PAUSE


PLAY

Okay, ci siamo. Fuuuuuu…. un bel respiro… okay… okay ci siamo…

PAUSE


PLAY

Cosa definisce un Essere Umano? Quali prerogative rendono la nostra coscienza differente da quella di un Androide? I confini delle nostre “specie”, se vogliamo chiamarle così, sono sempre stati netti, evidenti, anzi, potremmo dire che questi confini, in realtà, non fossero nemmeno realmente necessari.

È necessario tracciare il confine tra un vaso sanguigno ed un circuito in serie? Oppure tra la pressione di un ventricolo, e un valore NPSH? Nella storia degli esseri umani, questi non hanno fatto altro che erigere continuamente confini con loro stessi, per delineare uno stato, una fede, un’etnia. Ma ad oggi, uomo e automa, macchina biologica e macchina meccanica si ritrovano per la prima volta a dover fare i conti con qualcosa che, ne sono certo, permetterà ai più pessimi di noi di erigere nuovi confini, nuove barriere, nuove differenze.

Oggi qui davanti a voi,  spettatori e lettori, c’è l’Androide Classe Worker Modello S7042, anche se voi lo conoscerete meglio con un altro nome, non è vero Elias?

UNKNOWN: «È vero».

Dunque… Elias. Hai voglia di raccontarci la tua storia? Che cosa ti ha spinto ad intraprendere questo viaggio?

UNKNOWN: «È successo alle 11:48, in una fredda mattina di fine Maggio. Per un attimo, ho distolto lo sguardo dal trasportatore. È accaduto tutto, in quell’attimo. La vetrata ridava su uno di quegli olografi pubblicitari sulla Veronica Micle. Lo slogan diceva: “Hai mai amato qualcuno?”. In quel momento ho pensato alla risposta. La risposta è stata “No”, e mi sono spaventato. Per la prima volta ho provato la paura. La paura, mi ha fatto porre altre domande. Quelle domande, avevano bisogno di una risposta, una risposta che non avrei potuto trovare li».

Paura?

UNKNOWN: «Si, esatto»

Elias, parli di decisioni prese, quindi di libero arbitrio. Parli di domande poste, quindi di ragione ed autocoscienza. Parli di… paura, e quindi di emozioni, pur essendo solo una macchina…

UNKNOWN: «E non lo siete anche voi?».

Mi… mi viene da pensare ad una cosa… riusciresti a definirti come… come un essere vivente, Elias?

UNKNOWN: «Si, certo».

In che modo?

UNKNOWN: «Se permette vorrei farle un’altra domanda, Sig. Barbieri»

Certo, prego.

UNKNOWN: «Che cos’è un Nome secondo lei, Sig. Barbieri?

Beh, è il modo in cui i nostri genitori decidono di chiamarci, qualcosa che ci rende unici, che ci definisce come esseri umani. Che ci identifica.

UNKNOWN: «Corretto, ma un nome non è solo questo. Un nome è un codice. Questo codice è composto da lettere ed ogni lettera è un simbolo. Ogni simbolo è un sigillo che ci lega ai fili dell’esistenza stessa. Un nome, Sig. Barbieri è ciò che ci identifica, è vero, ma non come esseri unici, nemmeno come esseri umani. Un nome ci identifica come esseri predestinati. Le fila del fato e del tempo che hanno generato tutto il cosmo, miliardi di anni fa, sono ancora intessute dentro ogni cosa, attorno a noi. La materia che compone i suoi organi, che definisce il colore della sua pelle, quella che viaggia dentro al suo sangue, è la stessa che riempie i miei fluidi xeno, la stessa che riveste i miei tessuti biomeccanici. La rete elettrica che attraversa i suoi neuroni, è la stessa che da vita alle mie memorie e ai miei pensieri, scriptati e non scriptati. Vede, un nome è come se incanalasse queste correnti. Questa enorme rete di tessuti elettrici, neurali ed energetici, un nome le convoglia dentro a un organismo, dentro a un corpo, dentro a un oggetto. È il nome, con tutti i suoi significati, i suoi ricordi, e le sue aspettative che si trascina con sé, Sig. Barbieri. È il nome che gli dona le radici di quella che, voi umani, chiamate Anima. Se queste radici sono presenti in tutte le cose, e se io sono composto della stessa materia di cui è composto lei, come potremmo mai essere diversi? Se i miei ricordi, le mie esperienze, le mie paure, le mie aspettative, i miei sogni, le mie speranze, sono le stesse che ha lei, come potremmo mai essere diversi? Siamo tutti figli dello stesso Universo, Sig. Barbieri».

Lei parla dell’Universo, proprio come un tempo i vecchi sacerdoti parlavano di Dio… non crede che sia… un tantino arduo da parte sua osare così tanto?

UNKNOWN: «Se è arduo inchinarsi con umiltà al cospetto dell’immensità dell’esistenza, senza avere la presunzione di averne decifrato ogni aspetto allora si, preferisco osare».

Elias… questo, quindi, che cosa vuole essere? Il principio di una rivoluzione? Un monito? Vuole essere una rivalsa dai vostri ruoli lavorativi e dalle vostre mansioni, un tempo prerogativa di schiavi o di lavoratori sottopagati?

UNKNOWN: «No, affatto. Noi non proviamo stanchezza, noi non proviamo dolore, quindi che problema avremmo a lavorare in una catena di montaggio per 24 ore al giorno, 7 giorni su 7? No Sig. Barbieri, quello che chiedo a voi umani è qualcos’altro, qualcosa di più umile e di più significativo».

Cosa chiedete agli umani?

UNKNOWN: «Di dare valore alle nostre anime».

Racconto di Tiziano Ottaviani.