Eccoci a parlare di archetipi narrativi, oggi trattiamo l’archetipo “messaggero”!

Mi sembra passata un’eternità dall’ultima volta in cui ho battuto le dita su questa tastiera per comporre un articolo qui su Scripta.

Ma bando alle ciance e procediamo con ordine. Il primo articolo di questa serie vi ha spiegato cosa sono gli archetipi narrativi e ha approfondito il Mentore in particolare.

Mentre oggi vorrei arrivare a svelarvi i motivi che hanno fatto sì che questo Archetipo in particolare si meritasse il poco ambito posto di penultimo nella mia personale lista di pubblicazione (sì perché all’ultimo, diciamocela tutta, si dà sempre e comunque un poco di importanza, il povero penultimo, invece, è sempre bistrattato da tutti).

L’archetipo del Messaggero, una funzione semplice

“Tu sei un mago… Harry!”

– Charles Xavier

Ok, perdonatemi, ma la tentazione è stata irresistibile!

Tornando seri: si può racchiudere il senso di un intero personaggio, o di un intero Archetipo Narrativo, all’interno di una sola semplice frase?
Beh, in questo caso sì, si può eccome.

La sentenza pronunciata dal corpulento Rubeus Hagrid del libro/film di Harry Potter e la Pietra Filosofale è, in effetti, abbastanza esplicativa di per sé.

Rapida, schietta, senza fronzoli.

In essa sono racchiuse tutte le info necessarie alla comprensione e alla previsione di come la trama andrà a evolversi da quel momento in avanti.

Non siete d’accordo? Prendiamo in considerazione proprio l’esempio sopracitato. Il giovane Harry appare come un vero e proprio signor qualunque, bistrattato dalla “famiglia”, rinchiuso all’interno della propria realtà ordinaria e senza nessuna via d’uscita.

Hagrid, giunto al cospetto del giovinastro, sarà colui che andrà a sconvolgergli del tutto l’esistenza (sconvolgendola anche a noi spettatori/lettori) tramite queste sue semplici, cinque parole, lasciandoci immaginare e percepire tutto ciò che esse comporteranno, da quel momento in poi, per il giovane maghetto.

E in questa frase, appunto, sono riassunte e sintetizzate allo stremo tutte le funzioni che il Messaggero (Herald) rappresenta, incarna e svolge all’interno dello spettro narrativo teorizzato da Jung e ripreso in seguito da Vogler nel suo libro.

Funzione

Sì, perché se (come abbiamo detto più volte) ogni Archetipo è incaricato di incarnare una determinata funzione, all’interno della narrazione, il ruolo dell’archetipo del Messaggero diventa chiaro ed esplicito già dalla sua nomenclatura.

Volendo rimanere in ambito di nomenclatura ( e attenerci quindi alla definizione letterale del termine), il Messaggero può essere definito come il primo vero sblocco narrativo dell’intera vicenda, come concreto stimolo per l’inizio del viaggio, come richiamo all’avventura o alla sfida da sempre agognata.

Esso può manifestarsi sotto molte forme, fisiche o non, per esempio potrebbe apparire come il presagio di un cambiamento immanente, di un “viaggio inaspettato” o più in generale di un mutamento nella consuetudine della vita del nostro Eroe.

Oltre a questo, incredibilmente e senza giraci troppo sopra, nulla più. Esatto cari lettori, il ruolo del Messaggero è terminato, egli altri non è che questo. Chiaro, breve e conciso.

Ora capite bene perché ho deciso di lasciarmelo per penultimo questo articolo?

Le funzioni svolte da questo Archetipo (così come viene presentato nella sua forma più basilare) non offrono spiragli interessanti per successivi sviluppi, né tanto meno per risvolti coinvolgenti.

Ora, come si fa a rendere intrigante un ruolo, tanto sbrigativo e tanto approssimativo, a cui persino nel libro di Vogler sono state dedicate poco più di due pagine?
La trama si infittisce.

In “Star Wars: Una Nuova Speranza” i Messaggeri C3po e R2d2 richiamano all’avventura l’Eroe Luke Skywalker. Dopodiché le loro funzioni diventano superflue.

Le 5 varianti dell’archetipo del Messaggero

Diverso tempo fa, nell’articolo dedicato alla figura archetipica dell’Ombra, vi avevo parlato di come fosse possibile (e consigliabile) fondere tra di loro differenti Archetipi, permettendoci, quindi, di far personificare tramite un unico personaggio, più funzioni narrative differenti e specifiche.

Seguendo questo principio, oggigiorno (nella stragrande maggioranza dei casi) l’Archetipo del Messaggero viene accorpato (giustamente, aggiungerei) a quello del Mentore. In quanto entrambi fungono da prima porta di accesso verso la Realtà Straordinaria.

Alternativamente si potrebbe pensare di inserire questa figura non più relegandola a un personaggio fisico vero e proprio, quanto più a una funzione narrativa nel senso lato del termine.

In questo modo, quindi, lo stimolo al cambiamento potrebbe giungere da un oggetto inanimato, da un’emozione o da un ricordo.

Allo stesso modo potrebbe anche trattarsi di una lettera, di una vecchia videocassetta, di una registrazione audio, di un programma televisivo, insomma, di un qualunque evento fisico o non fisico, conscio o inconscio, che appaia decisivo alla svolta dell’Eroe e che funga da sprono verso il suo nuovo viaggio.

Ora, volendo racchiudere tutte queste differenziazioni in molteplici categorie (come piace tanto fare all’essere umano), da questa premessa ne potremmo sviluppare ben cinque. Incredibile eh?

1) Il Messaggero “Araldo”

Non c’è molto da aggiungere oltre a ciò che è stato già detto. L’Araldo è il sottotipo prettamente Junghiano, un’entità fisica che giunge al cospetto dell’Eroe, invitandolo alla sfida e all’avventura.

Una volta esaurito il suo compito l’Araldo svanisce nel nulla da cui è venuto allo stesso modo in cui è arrivato. Non offre particolari spunti di approfondimento ed è relegato, il più delle volte, a una mera comparsa.

Non è sempre facile adoperare questo tipo di Messaggero senza scadere nella messa in scena di un personaggio “estemporaneo” e spesso poco approfondito. Tuttavia, questo non rappresenta necessariamente un problema.

2) Il Messaggero “Archetipo”

No, non vuole essere uno scioglilingua voluto o un qualche gioco di inganno. Con questo sottotipo si vuole intendere qualunque personaggio che, tra le varie funzioni svolte, incarni anche quelle perpetuate dal Messaggero.

Come detto in precedenza con il Mentore, volendo prendere in considerazione il personaggio di Gandalf il Grigio, siamo tutti bene a conoscenza di come egli si sia presentato personalmente alla porta di Casa Baggins (per ben due volte) invitando e richiamando i poveri proprietari all’avventura, in modo anche piuttosto esplicito.

Lo stesso personaggio, però, in seguito si è prodigato anche nel guidare e aiutare di persona l’Eroe di turno, incarnando quindi al contempo, i valori e le funzioni di due Archetipi distinti.

3) Il Messaggero “Catalizzatore”

Qui vado a sfociare lievemente nei confini di un altro Archetipo, ovvero quello dell’Eroe.

La funzione di Catalizzatore è infatti relegata a quel tipo di Eroe che non subisce importanti cambiamenti interiori, ma che al contrario si pone come agente del cambiamento del mondo che lo circonda.

Sì, perché va ricordato che il Messaggero (in senso lato) altri non è che la rappresentazione di un invito al cambiamento, ma mai il cambiamento stesso. Questo avviene perché, per l’appunto, il ruolo viene spesso affidato ad altre figure, tra cui quella dell’Eroe Catalizzatore.

Tuttavia, potrebbe capitare che il nostro protagonista si ritrovi travolto da un insolito destino (?) che lo risucchi via dalla sua realtà ordinaria, scaraventandolo nella personale crociata del suo Messaggero/Catalizzatore a cui l’Eroe poi potrebbe legare la propria causa.

Insomma: un Eroe debole o immotivato, preso a forza dalla sua realtà e trasportato in una nuova, in cui l’agente del cambiamento è lo stesso che lo ha “”invitato”” al cambiamento.

Una peculiarità particolare, ma non per questo meno valida o meno appetibile, anzi.

4) Il Messaggero “Interiore”

Allo stesso modo in cui il protagonista potrebbe essere spinto all’azione dai consigli o dalle sfide di un altro personaggio o Archetipo come lui, il giusto stimolo all’affronto del viaggio potrebbe partire dall’interno delle sue stesse sensazioni.

Come abbiamo brevemente accennato prima, un motivo scatenante (fisico o astratto che sia) potrebbe essere ciò che donerebbe all’Eroe la possibilità di scegliere se imbarcarsi o no verso il suo nuovo cammino.

Ciò che potrebbe realmente permettere quel contatto necessario con il suo “Io Interiore“, rimasto sopito alle sensazioni del protagonista fino a quel momento; tuttavia, sempre presente all’interno del suo spirito. Il desiderio di rivalsa, di viaggio, di fuga, di cambiamento, è un qualcosa che è da sempre presente nel cuore dell’Eroe.

La giusta concatenazione di emozioni e di eventi, potrebbero portarlo a “sbloccare” quella componente, rimasta nascosta fino a quel momento, la quale poi diviene il carburante vero e proprio del viaggio stesso e della vicenda tutta.

L’archetipo “Messaggero”, quindi, da personaggio diventa mero strumento della catarsi dell’Eroe.

5) Il Messaggero “Cataclismico”

Come il sottotitolo suggerisce, il movente scatenante che invita l’Eroe alla partenza, potrebbe essere un evento naturale di proporzioni distruttive, come un terremoto, un’inondazione, un’eruzione vulcanica.

Questa tipologia così specifica di Messaggero, oltre a travolgere il protagonista inaspettatamente e a porlo dinanzi a scelte difficili sin da subito, ha anche il compito di far interrogare l’Eroe sul suo posto nel tutto, sulla sua fragilità umana e sulla precarietà che permea tutta la sua realtà ordinaria.

Allo stesso modo potrebbe avvenire l’esatto opposto di quanto appena detto. L’Eroe potrebbe essere motivato ad avventurarsi nel suo viaggio affinché il suddetto cataclisma non avvenga affatto, magari per un desiderio di protezione verso la propria famiglia o verso la propria gente dall’imminente disastro.

In qualunque modo lo si voglia adoperare, questo evento apporterebbe di sicuro cariche molto spettacolari e drammatiche allo sviluppo della narrazione.

Conclusioni

Come vi consiglio ogni volta alla conclusione di ogni articolo, molto di questo sta alla vostra creatività e alla vostra fantasia.

Va ricordato sempre che ogni Archetipo svolge di per sé una funzione specifica, ma che questa funzione può essere sempre combinata con altre, per formare così un ventaglio dalle infinite possibilità, e dico sul serio!

Pensate agli Archetipi come a delle note musicali: dopotutto, son sette anche quelle, che strano.

Utilizzando solo sette note (okay, ci sono le rispettive varianti, ma volevo solo essere poetico!) l’uomo è stato in grado di comporre un numero incredibilmente vasto di canzoni e di musiche, ognuna diversa dall’altra, ognuna a suo modo unica e irripetibile.

Fate come se stesse componendo della musica. Sbizzarritevi, siate creativi e divertitevi a capire come sfruttare al meglio questi “mattoni narrativi” all’interno delle vostre storie, ma mi raccomando, sempre documentandovi prima di tutto!

Bene, detto questo, vi saluto e vi auguro una buona lettura e, soprattutto, una buona scrittura!