In questo articolo tratterò le armi leggendarie e gli equipaggiamenti (inclusi alcuni animali mitici e capacità innate) che possedevano gli antichi eroi ed esseri straordinari.
Così come nell’articolo precedente si è parlato di metalli leggendari e immaginari, ampiamente sfruttati nel mito, nella letteratura e altro, adesso approfondiremo gli equipaggiamenti leggendari attraverso le più svariate mitologie.
In questa prima parte si trattano gli equipaggiamenti presenti nei miti greci, romani, celtici, anglosassoni, spagnoli, cristiani, germanici e del ciclo carolingio.
Note per il lettore: data la scarsità e l’ambiguità di alcune fonti, non è possibile stabilire con certezza certi nomi, caratteristiche e proprietà, poiché diverse sono le tradizioni orali e scritte e spesso non coincidenti. Le armi riservate alle divinità (e mai brandite da eroi o semidei) non sono riportate.
L’articolo non ha pretese di completezza ed esaustività: la varietà delle fonti spesso nasconde elementi che compaiono in ricerche successive.
Armi leggendarie ed Equipaggiamenti dell’Antica Grecia
Gli Equipaggiamenti di Perseo
- Harpē: la spada-falce adamantina con la quale decapitò Medusa.
- Kibisis: la sacca magica che conteneva la testa di Medusa.
- Kunè; l’elmo di Ade (in alcune versioni è un mantello) che donava l’invisibilità.
- Talaria: sandali alati di Ermes, donavano la capacità di librarsi in volo.
- Egida: scudo di bronzo dotato di proprietà riflettenti, in grado di neutralizzare il potere pietrificante di Medusa.
Gli equipaggiamenti di Bellerofonte
- Briglie d’oro: briglie donate da Atena, con le quali poté domare Pegaso, il cavallo alato di Zeus.
- Pegaso: cavallo divino in grado di volare.
- Lancia di Bellerofonte: arma ad asta dotata di un blocco di piombo sulla punta grazie al quale sconfisse Chimera.
Giasone
- Argo: nave leggendaria capitanata da Giasone, condusse gli Argonauti alla conquista del vello d’oro. Si narra che nella prua vi fosse contenuto un frammento del legno della foresta di Dodona, il quale poteva parlare e fornire profezie.
Gli equipaggiamenti di Atalanta
- Tauropolos: l’arco divino elargito da Artemide.
- Pelle del cinghiale calidonio: se indossata, le conferiva la furia guerriera di Ares.
- Velocità straordinaria: Atalanta era una corritrice fenomenale, la cui velocità era seconda solo a quella di Achille.
Ettore
- Durlindana: giavellotto dorato capace di perforare qualsiasi ostacolo, solamente lo scudo di Aiace riuscì a fermarlo, perdendo però sei dei sette strati con i quali era costituito lo scudo stesso. Si narra che Durlindana fosse stata riforgiata come spada e divenne l’arma del paladino Rolando.
Aiace
- Scudo di Tìchio: enorme scudo ricoperto da sette strati di pelle di toro, più uno strato supplementare di bronzo, lo scudo permise ad Aiace di sopravvivere a tutte le battaglie dell’Iliade e al giavellotto di Ettore.
Gli equipaggiamenti di Achille
- Presunta invulnerabilità: ad eccezione del tallone, il corpo di Achille era immune agli attacchi convenzionali, poiché sua madre Teti lo immerse nel fiume Stige. Omero tuttavia narra di Achille ferito da lance e frecce.
- Astragalo del gigante Damiso: osso del tallone (sostituito dal suo mentore Chirone) che gli donò una velocità straordinaria, da cui l’appellativo “piè veloce”.
- Panoplia di Efesto: corazza divina.
- Scudo di Efesto: enorme scudo di bronzo, oro e argento. Fu utilizzato nello scontro con Ettore.
- Diatrekhōn Astēr Lonkhē: la lancia della meteora donatagli dal padre Peleo, con la quale sconfisse Penthesilea.
- Balius, Xanthus e Pedasos: coppia di cavalli divini, dono di Poseidone, il terzo era un cavallo tracio, preso durante il saccheggio ai danni di Eezione, re di Tebe Ipoplacia. I cavalli trainavano una biga, usata poi per trascinare la salma esanime di Ettore.
Gli equipaggiamenti di Eracle
- Forza sovraumana: essendo un semidio, Eracle possedeva una forza tale da uccidere a mani nude eroi e creature mostruose.
- Armi divine: la spada di Ermes, le frecce d’Apollo e lo scudo di Efesto.
- Protezione di Atena: il corpo di Eracle risultò particolarmente resistente ai vari attacchi fisici.
- Pelle del leone nemeo: Eracle, dopo aver sconfitto il leone nemeo, ne ricavò delle vesti le cui proprietà sono l’invulnerabilità alle frecce e ad armi di bronzo e ferro.
- Nacchere di bronzo: strumento musicale donato da Efesto con cui riuscì a spaventare gli uccelli della palude di Stinfalo.
- Mazza: l’arma preferita di Eracle, un’enorme mazza di legno d’ulivo con la quale percuoteva e scaraventava via i nemici.
- Arco delle nove vite: scoccava frecce velenose, in grado di uccidere l’hydra.
- Equipaggiamento divino: prima di compiere le dodici fatiche (e di poter indossare la pelle del leone nemeo), Eracle ricevette in dono da Efesto degli schinieri di bronzo, una pettorina in bronzo da Atena, un elmo adamantino e una faretra.
- Sagitta: freccia cosmica usata per uccidere l’aquila che divorava il fegato di Prometeo.
- Marmyadose (o Marandois, Marandoise, Marmiadoise, Marmydoyse, Marundois): la spada magnifica, forgiata dal dio Efesto. In origine fu appartenuta a Eracle, alla sua morte la spada fu ereditata da: Adrasto, Tideo, Eteocle, Polinice e altri fino a giungere a re Rience, nemico di Artù. Artù, nei i primi anni del suo regno, durante la battaglia di Aneblayse si impossessò della spada dopo aver sconfitto il nemico. Poiché fu ritenuta una spada migliore di Excalibur, Artù la diede in prestito a Galvano.
Ulisse
- Arco di Eurito: arco scitico usato in precedenza nella sfida tra re Eurito e Apollo. Ceduto prima al figlio Ifito, fu successivamente consegnato a Ulisse che ne fece uso per uccidere i Proci.
- Cavallo di Troia: leggendaria macchina da guerra ideata da Ulisse e usata per espugnare le difese troiane.
Gli equipaggiamenti di Alessandro Magno
- Bucefalo: enorme destriero famoso per la sua indomabilità, pare che si nutrisse di uomini e i suoi nitriti terrorizzassero i nemici.
- Kopis: spada a una mano monofilare, donatagli dal Re dei ciprioti. Fu usata per recidere il nodo di Gordio.
- Carro gordiano: carro trainato da due buoi consacrati a Zeus, fu concesso ad Alessandro dopo il taglio del nodo di Gordio. Garantiva autorità imperiale e si narra che fosse dotato di attributi divini: la carica dei buoi produceva saette, boati paragonabili a rombi di tuono e poteva travolgere tutti coloro che erano sulla sua strada, schiacciati dagli zoccoli o dalle enormi ruote.
- Armata di Ionia: la battaglia del Granico fu la prima vittoria di Alessandro contro l’impero persiano. Mithrenes, misterioso comandante armeno al servizio di Dario III, decise di arrendersi volontariamente al conquistatore e di combattere al suo fianco, ottenendo il titolo di Satrapo di Armenia e unendosi all’armata assieme ad altri valorosi del calibro di Eumene di Cardia, Efestione, Tolomeo I, ecc.
- Porte di Alessandro (porte del Caspio): barriera leggendaria costruita nel Caucaso per impedire alle popolazioni barbare del nord di invadere le terre meridionali.
Armi leggendarie ed Equipaggiamenti dell’Antica Roma
Giulio Cesare
- Crocea Mors: la spada con la quale Cesare uccise il principe britannico Nennio.
Attila
- Spada del Dio della guerra (Isten Kardja): arma leggendaria che avrebbe garantito la supremazia su tutte le guerre e la sovranità sul mondo intero.
Numa Pompilio
- Ancile: lo scudo sacro di Marte, caduto sulla terra come pegno dell’eterna invincibilità di Roma e come segno divino di cessazione della pestilenza. Numa Pompilio ordinò la costruzione di altre undici copie per evitarne il furto.
Armi leggendarie ed Equipaggiamenti della Mitologia Irlandese
Fergus mac Róich
- Caladbolg: spada leggendaria in grado di emettere luminescenze iridescenti una volta sfoderata, capace di perforare la cima di tre colline e massacrare un intero esercito.
Gli equipaggiamenti di Scáthach
- Claíomh Scáth: la spada dell’ombra; data la sua mole immensa può brandirla solamente chi è dotato di una forza fisica smisurata e ha raggiunto l’apice di tutte le arti marziali. La spada era in grado di celare il detentore dietro a una coltre di ombre.
- Gáe Bulg: la lancia infallibile, ricavata da un osso del mostro marino Coinchenn. Poteva uccidere un essere umano con un solo colpo, trapassandogli il cuore e aprendosi all’interno del corpo in trenta punte. L’arma verrà ceduta al suo allievo prediletto, Cú Chulainn.
- Arti runiche: Scáthach non era solo una guerriera eccezionale, veniva appellata come “strega” poiché disponeva di una maestria nelle arti runiche tali da permetterle di predire il futuro.
- Divinità: la discendenza dei Túatha Dé Danann, le sue doti impareggiabili di guerriera, la sua conoscenza delle arti runiche e la capacità di poter ferire mortalmente persino gli dèi, le permisero di superare i limiti umani (mortalità compresa), elevandola al rango divino, assumendo il ruolo di guida per i morti caduti in battaglia.
Gli equipaggiamenti di Cú Chulainn
- Liath Macha e Dub Sainglend: coppia di cavalli divini, dono della Dea Macha, che trainavano la biga dell’eroe.
- Cruaidín Catutchenn (o Claíomh Solais, appartenuta a Nuada Airgeadlámh): la spada di luce dorata, capace di ferire le divinità. La spada è dotata delle proprietà del vento e della luce e poteva tagliare in due il nemico.
- Arti runiche: apprese dalla maestra Scáthach. Cú Chulainn dispose di poteri druidici, come la manipolazione del fuoco e la possibilità di sfruttare le rune a scopo difensivo.
- Rìastrad: la frenesia in battaglia. Cú Chulainn combatteva con una furia tale da poter essere paragonato a un Berserker.
- Gáe Bulg: la lancia infallibile, dono della maestra Scáthach.
- Del Chliss: la lancia divina, appartenuta in precedenza al Dio Nechtan. Venne utilizzata per uccidere i tre figli di Nechtan Scéne: Fannell, Foill e Tuchell.
- Dubán: scudo d’argento forgiato dal fabbro Mac Endge.
Celtchar
- Lúin Celtchair: lancia fiammeggiante appartenuta dal Dio Lúg per sconfiggere il temibile Balor. L’arma poteva incenerire qualunque cosa e aveva una brama di battaglia così elevata (grondava sempre sangue) da dover essere sigillata dal calderone del Dagda, perennemente colmo d’acqua.
Fionn mac Cumhaill
- Mac an Luin: la lancia delle onde grazie alla quale uccise Aillén Mac Midgna, un essere soprannaturale che risiedeva nell’oltretomba e incendiava i luoghi sacri.
- Salmone della saggezza: creatura leggendaria che aveva acquisito tutto il sapere del mondo. Fionn se ne nutrì, assimilandone le conoscenze.
- Mani curative: l’acqua bevuta attraverso le mani di Fionn permetteva la guarigione delle ferite.
Gli equipaggiamenti di Diarmuid Ua Duibhne
- Fascino: Diarmuid ricevette da una misteriosa donna (l’incarnazione della giovinezza) una voglia sotto l’occhio destro, qualunque donna lo vedesse, se ne innamorava perdutamente.
- Gáe Buide: la lancia gialla maledetta, le ferite procurate non potevano essere guarite.
- Gáe Derg: la lancia cremisi dell’esorcismo, in grado di annullare qualunque difesa di natura magica.
- Moralltach: la grande furia, una spada in grado uccidere con un colpo solo qualunque avversario.
- Beagalltach: la piccola furia, usata in coppia con Moralltach. Si spezzò in due durante lo scontro col cinghiale gigante.
Armi leggendarie ed Equipaggiamenti della Mitologia Anglosassone
Gli equipaggiamenti di Beowulf
- Armatura di Beowulf: indumento protettivo realizzato dal fabbro leggendario Weland, grazie al quale poté sopravvivere ai colpi di Grendel e di sua madre.
- Forza fisica impareggiabile: la forza dell’eroe è così straordinaria da risultare eccessiva (le sue spade si ruppero a causa dell’eccessiva forza usata per menare i fendenti), al punto da strappare un braccio a Grendel e a strangolare il drago.
- Hrunting: spada magica donata da un servo di re Hrothgar, risultò inefficace durante lo scontro contro la madre di Grendel e fu scartata.
- Spada Jǫtunn: spada che Beowulf sottrasse a un gigante e con la quale sconfisse la madre di Grendel e decapitò il figlio.
- Næġling: l’ultima spada che l’eroe usò per fronteggiare il drago, si spezzò durante lo scontro.
Armi leggendarie ed Equipaggiamenti della Mitologia Spagnola
San Ferdinando III di Castiglia
- Lobera: la spada cacciatrice di lupi. Viene descritta come arma di grande virtù.
El Cid
- Tizona e Colada: spade capaci di terrorizzare intere armate.
- Scudo di El Cid: raffigurante l’immagine di un drago dorato.
Armi leggendarie ed Equipaggiamenti della Mitologia Cristiana
San Giorgio
- Ascalon: lancia (o spada) sacra con la quale sconfisse il drago e salvò Sabia, la principessa di Silena. Si narra che avesse proprietà purificatrici e che potesse distruggere tutto ciò che toccava.
- Bayard: destriero magico donatogli da una strega, in grado renderlo immune da un attacco letale, preservando l’integrità del cavaliere.
San Michele Arcangelo
- Spada del giudizio universale: arma divina in grado di sprigionare fiamme purificatrici e sconfiggere qualunque creatura demoniaca o corrotta dal male, dai draghi fino a Lucifero. Il potere dell’arma è tale da incenerire la terra e avvampare i cieli. Michele può controllare a piacimento l’intensità e la direzione delle fiamme.
Gaio Cassio Longino
- Lancia del destino: arma leggendaria che il centurione romano utilizzò per trafiggere il costato di Gesù dopo la sua crocefissione.
Armi leggendarie ed Equipaggiamenti della Mitologia Germanica Continentale
Ottone I
- Lancia sacra: reliquia del Sacro Romano Impero, appartenente ai tesori della corona imperiale austriaca. La nazione che detiene l’arma sarà benedetta dalla prosperità e dall’invincibilità.
Albreich
- Tarnhelm: elmo magico che garantiva l’invisibilità di chi lo indossava. Il detentore, grazie ai poteri dell’elmo, poteva cambiare aspetto a suo piacimento.
- Forza sovraumana: si narra che Albreich, pur essendo un nano, avesse la forza di dodici uomini.
- Anello del Nibelungo: anello magico forgiato con l’oro del Reno, il potere era tale da consentirgli di dominare il mondo.
Dietrich von Bern (Basato su Teodorico da Verona)
- Nagelring: spada forgiata dal nano Albreich per i giganti Grim e Hilde; il nano fu catturato da Dietrich e gli promise l’arma in cambio della libertà.
- Eckesachs: spada magica a filo unico forgiata da Albreich e appartenuta in precedenza al gigante Ecke.
- Hildegrim: elmo magico donato da Albreich dopo aver ucciso il gigante Grim. Donava una forza sovraumana a chi lo indossava.
Wudga (Witege)
- Mimung: la spada più forte mai creata dal fabbro Weland, fu ereditata dal figlio Wudga; si narra che possedesse proprietà di taglio sovrannaturali, una di queste fu la distruzione dell’elmo Hildegrim.
Háma (Heime)
- Blutgang (o Blodgang): la spada assetata di sangue, appartenuta al gigante Háma.
- Rispa: Destriero gigantesco, l’unico in grado di sostenere la mole del gigante.
Sigfrido
- Balmung: spada a due mani dalle origini divine e riforgiata dal nano Regin, Sigfrido la brandì per uccidere il drago Fafnir.
- Invulnerabilità: dopo aver ucciso Fafnir, Sigfrido bagnò il suo corpo col sangue del drago, acquisendo l’invulnerabilità; una foglia però, si posò sulla sua schiena, impedendo il contatto del sangue e divenendo il suo punto debole.
- Tarnkappe: copricapo che garantiva l’invisibilità di chi lo indossava, usato per ingannare Albreich.
Armi leggendarie ed Equipaggiamenti del Ciclo Carolingio
Carlo Magno
- Gioiosa: la più potente tra le spade sacre del ciclo carolingio; la leggenda narra che contenesse i frammenti della lancia di Longino all’interno del pomolo, altri miti sostengono che fosse forgiata con lo stesso acciaio di Durlindana e Curtana. L’arma proteggeva da attacchi di natura demoniaca, inoltre era in grado di annientare qualunque nemico di fede eretica.
Gli equipaggiamenti di Orlando
- Durlindana: la spada sacra, le cui origini si perdono nei miti. Si ritiene opera di Weland il fabbro, o che fosse riforgiata dal giavellotto dell’eroe troiano Ettore; Carlo Magno l’avrebbe ricevuta in dono da un angelo e donata in seguito al suo campione. L’elsa dorata conteneva le seguenti reliquie: un dente di San Pietro, sangue di San Basilio, capelli di San Dionigi e un lembo della veste della Madonna. Si narra che fosse dotata di tre capacità miracolose: indistruttibile (Orlando tentò di distruggerla, ma l’impatto generò la cosiddetta “breccia di Orlando”), perennemente affilata e capace di distruggere qualunque cosa.
- Elmo di Almonte: elmo fatato, oggetto della bramosia di Ferraù.
- Olifante: corno ricavato da una zanna d’elefante e utilizzato dal paladino per avvisare Carlo Magno dell’imminente battaglia di Roncisvalle.
- Vegliantino (o Brigliadoro): destriero leggendario.
- Invulnerabilità: come per l’eroe Achille, per merito di un incanto, il corpo di Orlando risultò invulnerabile agli attacchi convenzionali, eccezion fatta per la pianta dei piedi.
Gli equipaggiamenti di Astolfo
- Rabicano: cavallo magico senza peso, si nutriva di aria e non lasciava impronte nemmeno sulla neve.
- Lancia di Argalia: lancia magica dorata, capace di disarcionare ogni cavaliere.
- Corno magico: dono della fata Logistilla, se suonato, terrorizzava chiunque lo ascolti, utilizzato per scacciare le arpie dall’Eritrea.
- Grimorio: tomo d’incanti regalato dalla fata Logistilla.
- Ippogrifo: creatura leggendaria, incrocio tra un cavallo e un grifone. Venne utilizzato dal mago Atlante, soggiogato da Bradamante, cavalcato da Ruggiero e da Astolfo, grazie al quale giunse sulla luna per recuperare il senno di Orlando.
Rinaldo
- Fusberta: spada magica a due mani (flamberga).
- Baiardo: Cavallo fatato donato da Carlo Magno, poteva allungarsi per farsi cavalcare dai quattro figli di Aimone. Si narra che fosse dotato di grande intelligenza e velocità.
- Elmo di Mambrino: elmo dorato e invulnerabile appartenuto al gigante Mambrino; Rinaldo se ne appropriò dopo aver sconfitto il nemico.
Gli equipaggiamenti di Bradamante
- Lancia di Argalia: lancia magica dorata, capace di disarcionare ogni cavaliere.
- Scudo di Atlante: oggetto magico sottratto dal mago Atlante in grado di abbagliare e stordire qualunque avversario.
- Anello magico: sottratto a Brunello su indicazione della maga Melissa, l’anello aveva il potere di annullare qualunque magia. Si narra che donasse l’invisibilità al detentore.
- Ippogrifo: creatura leggendaria, incrocio tra un cavallo e un grifone. Venne utilizzato dal mago Atlante e soggiogato da Bradamante.
Ruggiero
- Balisarda: spada realizzata dalla fata Falerina, in grado di penetrare qualuqne materiale e annullare ogni incantesimo.
- Frontino (o Frontalatte): destriero di Ruggiero, appartenuto in precedenza a Sacripante.
Oliviero
- Altachiara: la spada splendente dall’impugnatura dorata.
Otuei
- Corrougue (o Couroucousse o Curciise): la spada della conversione. Si narra che Carlo Magno, per scongiurare la morte di Orlando (che aveva sfidato Otuei a duello) invitò la folla a pregare. Una colomba discese dal cielo e si posò sull’elmo di Otuei, il quale abbracciò Orlando e lo considerò come suo fratello, convertendosi al cristianesimo.
Ogier il danese
- Curtana: spada leggendaria dalla punta smussata, simbolo di misericordia, forgiata dallo stesso acciaio con cui vennero realizzate Gioiosa e Durlindana. L’arma divenne uno dei gioielli della corona inglese.
- Sauvagine: la spada implacabile.
Baligant
- Preziosa: la spada del re dei Saraceni. Il nome fu scelto per rivaleggiare contro Gioiosa, la spada di Carlo Magno.
Gano di Maganza
- Murgleys (o Mulagir): la spada cremisi della morte. All’interno del pomolo dorato era custodita una reliquia.
Dudone di Maganza
- Meravigliosa: la spada inarrestabile. Si narra che fosse così affilata da poter tagliare un albero senza il minimo sforzo.
Mandricardo
- Armatura di Ettore: corazza incantata invulnerabile agli attacchi convenzionali, si narra che fosse appartenuta all’eroe Ettore.
- Vegliantino (o Brigliadoro): destriero leggendario; Mandricardo se ne appropria quando Orlando perde il senno. Verrà recuperato da Ruggiero che lo porterà da Agramante.
Gradasso
- Forza sovrumana: la forza fisica di Gradasso era tale da essere paragonata a Marte, il Dio della guerra.
- Armatura adamantina: corazza incantata, virtualmente indistruttibile.
Rodomonte
- Armatura di scaglie di drago: corazza invulnerabile agli attacchi convenzionali.
Marfisa
- Armatura fatata: corazza resa invulnerabile per incanto.
Atlante
- Scudo di Atlante: oggetto magico in grado di abbagliare e stordire qualunque avversario.
- Ippogrifo: creatura leggendaria, incrocio tra un cavallo e un grifone.
Ferraù
- Invulnerabilità: il suo corpo (ad eccezione dell’ombelico) è invulnerabile agli attacchi convenzionali.
- Elmo di Argalia: elmo appartenuto al defunto fratello di Angelica.
Armi leggendarie ed Equipaggiamenti della Mitologia Norrena
Sigurd (Sigfrido nella mitologia germanica continentale)
- Gram: Lo spadone demoniaco del sole, in grado di uccidere draghi e demoni. Odino lo conficcò nell’albero del mondo Barnstokkr. Il padre Sigmund la estrasse e la usò contro lo stesso Odino, spezzandosi. L’arma fu in seguito riforgiata da Sigurd, divenendo in grado di tagliare in due un’incudine.
- Hrotti: spada appartenente al tesoro del drago Fafnir, etimologicamente riconducibile a Hrunting, una delle spade di Beowulf.
- Cotta di maglia dorata: appartenente al tesoro del drago Fafnir,
- Elmo del terrore: appartenente al tesoro del drago Fafnir.
- Forza draconica: avendo mangiato il cuore del drago, Sigurd ne ottenne la straordinaria forza fisica, il sangue di drago gli permise inoltre di comprendere il linguaggio degli uccelli.
- Arti runiche: Sigurd apprese i fondamenti delle arti runiche da Brunilde.
Brunilde (Brynhildr)
- Forza divina: essendo una valchiria figlia di Odino, disponeva di una forza sovrannaturale.
- Cintura delle valchirie: se indossata, le conferiva poteri divini, Sigurd gliela sottrasse per indebolirla.
- Andvaranaut: anello maledetto forgiato dal nano Andvari, aveva la capacità di produrre oro.
- Lancia di Mithril: arma forgiata dal metallo leggendario in grado di annientare qualunque nemico.
- Arti runiche: oltre a essere una guerriera straordinaria, Brynhild era un’esperta nell’uso delle arti runiche, in seguito divulgherà tale conoscenza a Sigurd.
Regin
- Ridill: spada forgiata dal nano Regin, Fu utilizzata per squarciare il drago ed estrarre il cuore col quale Sigurd si sarebbe nutrito.
Frithiof
- Angrvaðall (flusso dell’angoscia): spada magica incisa con simboli runici, divampava in tempo di guerra ed emetteva una tenue luce in tempo di pace.
Hǫgni
- Dáinsleif: spada forgiata dal nano Dain; una volta sfoderata colpiva sempre il bersaglio ed era in grado di recare ferite che non potevano essere guarite, conducendo a una morte inesorabile.
Hrólfr Kraki
- Skofnung: considerata come una delle migliori spade della mitologia norrena, si narra che Skofnung fosse permeata dagli spiriti di dodici guerrieri berserker e possedesse proprietà di taglio sovrannaturali. La spada non poteva essere sfoderata in presenza di donne e il sole non doveva mai brillare sull’elsa; le ferite provocate erano insanabili, a meno che non fossero state strofinate dalla pietra dell’elsa.
Hrómundr Gripsson
- Mistilteinn: spada leggendaria dall’affilatura perenne in grado ferire mortalmente le divinità (fu usata per uccidere il dio Baldr), in origine appartenne al non morto Prainn.
Magnus Olafsson
- Legbiter: spada vichinga dall’impugnatura in avorio, fu ricordata per le sue straordinarie capacità di taglio.
Haakon I di Norvegia
- Quern-biter: spada reale in grado di tagliare con un colpo solo una macina di pietra.
Svafrlami
- Tyrfing: spada dall’elsa dorata forgiata dai nani Dvalin e Durinn; immune alla corrosione, una volta sfoderata non falliva mai un colpo ed era capace di tagliare rocce e metalli come se fossero vestiti. La spada era plagiata da una maledizione (sarà la causa di tre grandi mali) e poteva uccidere chiunque l’avesse brandita, solo al termine dei tre grandi mali la maledizione potrà cessare.
Egill Skallagrímsson
- Dragvandil: spada dalle proprietà sconosciute.
- Nadder: citata nella Saga di Egil come la migliore delle armi.
- Ali di Egil: artefatto realizzato in piume d’uccello grazie al quale poté fuggire dal dominio di Niðhad.
Örvar-Oddr
- Armatura di Örvar-Oddr: una cotta di maglia impenetrabile.
- Gusisnautar: frecce magiche donategli dal padre, in grado di abbattere i mostri marini.
Gunnar Hámundarson
- Gunnar Atgeir: alabarda vichinga, si narra che emettesse un suono simile a un canto che preannunciava un imminente bagno di sangue.
Ragnar Lodbrok
- Vesti incantate: abito che lo protesse quando fu gettato in un pozzo pieno di serpenti velenosi.
Viking
- Ellida: drakkar (nave vichinga) magica donatagli da Ægir, uno jötunn del mare.
Armi leggendarie ed Equipaggiamenti del Ciclo Arturiano
Re Artù (Arthur Pendragon)
Armi
Spade
- Caliburn: la spada nella roccia (o la spada del re), conosciuta anche col nome di “spada della selezione”, poiché poteva essere estratta solamente dal legittimo re di Britannia; l’arma si spezzò durante lo scontro contro re Pellinore.
- Excalibur (o Caledwich): secondo le Triadi Gallesi, era una delle tre armi sacre donate da Dio, la spada della vittoria promessa, la più famosa tra tutte le spade sacre, forgiata da un elfo di Avalon e custodita da Vivian, la dama del lago. Una volta brandita, la spada emetteva una potente energia divina in grado di eliminare intere orde di nemici.
- Clarent: la spada cerimoniale della pace, Artù non la usò mai in battaglia; fu in seguito rubata da Mordred che la utilizzò per uccidere il sovrano.
- Marmyadose (o Marandois, Marandoise, Marmiadoise, Marmydoyse, Marundois): la spada magnifica, forgiata dal dio Efesto. In origine fu appartenuta a Eracle, alla sua morte la spada fu ereditata da: Adrasto, Tideo, Eteocle, Polinice e altri fino a giungere a re Rience, nemico di Artù. Artù, nei i primi anni del suo regno, durante la battaglia di Aneblayse si impossessò della spada dopo aver sconfitto il nemico. Poiché fu ritenuta una spada migliore di Excalibur, Artù la diede in prestito a Galvano.
Altro
- Rhongomiant (o Ron o Rhongomyniad): secondo le Triadi Gallesi, era una delle tre armi sacre donate da Dio; la lancia sacra che risplende ai confini del mondo, la luce della distruzione che discende dai cieli, forgiata dal fabbro Griffin ed ereditata dal padre Uther Pendragon; fu usata da Artù per sconfiggere Sir Thomas di Wolford. Si narra che fosse così potente che, se usata incautamente, poteva squarciare la dimensione reale e aprire una breccia nel regno delle fate, destabilizzando gli equilibri del mondo; l’arma era bloccata da tredici sigilli magici e poteva essere brandita solo in caso di grave pericolo per l’umanità e mai per fini personali.
- Carnwennan (elsa bianca): secondo le Triadi Gallesi, era una delle tre armi sacre donate da Dio, la daga fu utilizzata da Artù per tagliare in due la Strega Nera Orddu.
- Wynebgwrthucher (viso della sera): scudo rotondo recante incisioni sacre. Si narra che Artù lo portò per tre giorni e tre notti durante la battaglia di Badon e i britanni ne uscirono vittoriosi.
Equipaggiamenti
- Fodero di Excalibur: fodero fatato che donava la protezione da qualunque ferita e l’eterna giovinezza (ne arrestava la crescita). Fu rubato da Morgana affinché Sir Mordred potesse assassinarlo.
- Mantello di Artù (Llen Arthyr yng Nghernyw): uno dei tredici tesori dell’isola di Britannia, mantello incantato che donava l’invisibilità agli occhi del nemico, mentre chi lo indossava poteva vedere qualunque cosa.
- Prydwen: vascello incantato, si narra che Artù e i suoi cavalieri l’avessero utilizzata per raggiungere la Fortezza delle Fate (Caer Sidi) e liberare Sir Gwair. Nel racconto Culhwch e Olwen, Artù e i suoi uomini salpano alla volta dell’Irlanda per recuperare il Calderone del gigante Diwrnach.
- Goswhit (oca bianca): elmo ereditato dal padre Uther Pendragon.
- Wigar: cotta di maglia d’acciaio, forgiata dal fabbro elfico Witege (figlio di Weland il fabbro).
Discendenza e Compagni
- Discendenza regale: il padre Uther Pendragon, il quale, su indicazione di Merlino, uccise un drago e pose la sua testa sullo scudo come simbolo di vittoria, divenne re e fondò la dinastia regale.
- Cavall: uno dei cani di Artù, famoso per le sue imprese di caccia; fu in grado di uccidere numerosi cinghiali fatati. Lasciò la sua impronta su una roccia durante la caccia del cinghiale Troynt. Cavall cacciò e uccise anche il cinghiale incantato Twrch Trwyth e il cinghiale gigante Ysgithyrwyn Penbaedd.
- Llamrei: la cavalla di Artù, si narra che fosse così forte da trascinare fuori dal lago il mostro acquatico Afanc e avrebbe lasciato un’impronta dello zoccolo su una roccia (attualmente esposta nel parco di Snowdonia, in Galles).
- Hengroen: lo stallone di Artù, si narra che si fosse abbeverato nel lago di Vivian e avesse acquisito la facoltà di poter camminare sugli specchi d’acqua.
Mago Merlino (Merlin)
- Sangue demoniaco: il padre di Merlino era un incubus, un demone. La madre, temendo che potesse diventare l’anticristo, lo fece battezzare da piccolo. Merlino riuscì a conservare i poteri sovrannaturali, quali la preveggenza, la capacità di mutar forma (e far mutar forma agli altri) e lo spostare oggetti pesanti (come i megaliti).
- Staffa magica: strumento magico grazie al quale poteva amplificare i propri poteri.
- Anello di Eluned: uno dei tredici tesori dell’isola di Britannnia, anello incantato che donava l’invisibilità al detentore.
Lancillotto (Sir Lancelot)
- Arondight: la spada indistruttibile donata dalla Dama del lago al “migliore dei cavalieri”, si narra che Lancillotto avesse ucciso un drago grazie ai poteri sacri della spada del lago.
- Secace (Seure): la daga che utilizzò contro i sassoni e nel castello di La Roche quando Artù fu prigioniero di Camille, si narra che avesse attributi demoniaci e che fosse utilizzata unicamente per scontri mortali.
- Anello del disincanto: anello magico ricevuto in dono dalla Dama del lago, poteva annullare qualunque magia.
Tristano (Sir Tristan)
- Curtana (appartenuta anche a Ogier il Danese, vedi “ciclo carolingio”): la spada della misericordia, dalla punta smussata e squadrata. L’arma divenne uno dei gioielli della corona inglese.
- Fail not (Failnaught): l’arco infallibile, le frecce scoccate erano così veloci che era impossibile schivarle.
Galvano (Sir Gawain)
- Galatine: la spada del sole, sorella di Excalibur, donata dalla Dama del lago. Spada scintillante che rilasciava l’energia purificatrice del sole; la sua vera forza poteva essere espressa in pieno giorno, all’apice della luminosità solare.
- Pietra di Giramphiel: gemma ottenuta in duello contro Sir Fimbeus, garantiva la protezione contro i soffi draconici e i sortilegi del mago Laamorz.
- Gringolet: destriero famoso per la sua ferocia in battaglia. Galvano lo ottenne sconfiggendo un guerriero sassone in duello.
Sir Mordred
- Clarent: la spada cerimoniale della pace appartenuta ad Artù, Mordred la rubò e la utilizzò per uccidere il sovrano.
Persifal (Sir Perceval)
- Spada del Santo Graal: si presume che fosse appartenuta a Re Davide, in seguito affidata a Parsifal da re Fisher, la spada era utilizzabile una sola volta, poi era destinata a infrangersi. Fu in seguito riforgiata dal fabbro Trebuchet.
- Scudo di San Giuseppe di Arimatea: scudo sacro in grado di respingere i soffi draconici, fu condotto all’interno del castello di Artù da tre fanciulle sacre.
Galahad
- Spada del Santo Graal: nel poema “Heinrich von dem Türlin’s Diu Crône”, Galahad ripara la spada, divenendone detentore.
- Scudo: scudo forgiato da Evelake e benedetto con una croce tracciata col sangue di San Giuseppe di Arimatea.
Graham
- Egeking: spada sacra in grado di purificare i non morti. Fu usata per sconfiggere Greysteil, campione delle Isole Proibite.
Balan il Selvaggio
- Spada dell’elsa rossa: una delle due spade di Balan, dopo la sua morte, Merlino sigillò la spada in una pietra magica, fu successivamente estratta da Galahad.
- Cenferchyn: la spada esplosiva, si narra che potesse sprigionare la furia guerriera del detentore.
Armi leggendarie ed Equipaggiamenti della Mitologia Persiana
Arash (Āraš-e Kamāngīr)
- Freccia della meteora: durante la guerra tra iraniani e turanici, un angelo istruì Arash su come porre fine al conflitto. Arash scalò il monte Elburz, infuse la propria vita in un’unica freccia e quando la scoccò, quest’ultima viaggiò per tre giorni prima di arrestarsi attraversando oltre mille leghe, restituendo i confini all’Iran e portando la pace. Quel gesto pose fine alla vita dell’Eroe.
Kay Kāvus
- Trono volante: leggendario trono dorato trainato da aquile che gli permise di giungere in Cina.
Fulad-zereh
- Natura demoniaca: essendo figlio di una strega, il corpo di Fulad-zereh risultò invulnerabile alle armi convenzionali, ad eccezione della spada Shamshir-e Zomorrodnegār.
Amir Arslan
- Shamshir-e Zomorrodnegār: la spada tempestata di smeraldo capace di annullare gli incantesimi e uccidere il demone Fulad-zereh.
Ali (Alī ibn Abī Ṭālib)
- Zulfiqar (o Dhū l-fiqār): spada a due lame a forma di forbice, ricevuta dall’arcangelo Gabriele al profeta Maometto che gli ordinò di donarla al cugino Ali; si narra che fosse capace di separare il vero dal falso e il bene dal male.
Esfandyar
- Pozza dell’invincibilità: Esfandyar si immerse nelle acque della pozza dell’invincibilità, divenendo invulnerabile alle armi convenzionali. Il bagno nella pozza deve però avvenire a occhi chiusi, rendendo temporaneamente vulnerabile l’eroe.
Rostam
- Babr-e Bayān: corazza leggendaria ricavata dalla pelle di un leopardo (o di un drago marino, a seconda della tradizione), invulnerabile al fuoco, all’acqua e alle armi convenzionali; alla morte dell’eroe, passò al figlio Faramarz.
- Daga di Rostam: daga scintillante che usò per decapitare il demone bianco Div-e Sepid.
- Elmo di Rostam: elmo su cui è stata incastrata la testa del demone bianco Div-e Sepid, noto per le pratiche di stregoneria e negromanzia.
- Laccio infallibile: strumento col quale catturò un onagro durante la prima delle sette fatiche.
- Pelle di tigre: rivestimento della corazza dalle proprietà ignote.
- Gorz-e gāvsār: la mazza sacra a forma di testa di toro appartenuta ai più grandi eroi persiani, simbolo di giustizia e vittoria sulle forze del male.
- Frecce di penne di Simurgh: frecce biforcute ricavate da un ramoscello di tamarisco e dalle penne di Simurgh (uccelli leggendari che vivevano nell’albero Tūbā), grazie alle quali poté accecare e uccidere Esfandyar.
- Rakhsh: destriero leggendario dalla dentatura acuminata, noto per aver sconfitto un leone.
Armi leggendarie ed Equipaggiamenti della Mitologia Indomalese
Ken Arok
- Kriss di Mpu Gandrig: Kriss maledetto forgiato dal fabbro Mpu Gandrig. A causa dei continui ritardi nel completamento dell’arma, Ken Arok infizò il fabbro col Kris, il quale maledisse l’arma; il pugnale avrebbe ucciso sette persone, compreso Ken Arok. Compiuta la maledizione, l’arma svanì nel nulla.
Hang Tuah
- Kriss Taming Sari (scudo floreale): Kriss che elargiva al detentore l’invulnerabilità e l’imbattibilità.
Arya Penangsang
- Aji or kesaktian (forza spirituale): nonostante gli fosse stato squartato il ventre e le viscere fossero fuoriuscite, Arya Penangsang continuò a combattere incurante delle ferite.
- Kriss Stean Kober (demone del sepolcro): Kriss maledetto forgiato dal fabbro Empu Bayu Aji, il quale cercò di infondere del potere spirituale nella lama; l’arma venne posseduta da un demone del sepolcro (djinn) che la maledisse, rendendo il detentore impaziente e ambizioso, facendogli compiere azioni sconsiderate.
Armi leggendarie ed Equipaggiamenti della Mitologia Indiana
Nota per il lettore: nella mitologia indiana le armi divine si dividono in due categorie: Astra, ossia armi da lancio o da tiro che vengono scagliate addosso ai nemici (es: frecce o dardi) e Shastra, armi da taglio o mazze, possedute dagli eroi.
Shamba (Samba)
- Khetaka: scudo dalle proprietà ignote, la cui origine potrebbe essere ricondotta a una delle armi della dea Durgā.
- Erba Eraká: erba miracolosa donata da Krishna in grado di trasformarsi in una mazza di ferro con la quale sterminò la razza degli Yadu.
Bhima
- Forza soverchiante: Bhima ricevette una benedizione dal dio Hanuman, il quale accrebbe la sua forza fisica.
- Gada: enorme mazza appartenuta al dio Hanuman, poteva schiacciare qualunque nemico con la sua mole.
Lavanasura
- Tridente di Madhu: arma invincibile ricevuta dal padre Madhu, riuscì a sconfiggere l’esercito di Mandhata.
Yayāti
- Carro divino: mezzo di trasporto grazie al quale poteva giungere in ogni luogo, sia esso terreno o divino. In sei giorni Yayāti conquistò la Terra e il regno degli dèi e sconfisse gli Asura innumerevoli volte.
Vidura
- Govardhana: arco divino ricevuto da Viṣṇu.
Susharma
- Sauparna: arma in grado di rilasciare uno stormo di uccelli inferociti.
Indrajit (Indrajita)
- Tecniche di combattimento: si narra che Indrajit fosse il guerriero più talentuoso, in grado di padroneggiare anche le arti illusorie; poteva inoltre scagliare più frecce con un arco.
- Visoshana: dono di Indra, poteva prosciugare qualunque cosa.
- Brahmāṇḍa: Astra di potenziamento: infusa nelle sue frecce, poté sconfiggere seicentosettantamilioni di vanara in un giorno.
- Nagapasha: una volta colpito il bersaglio, lo avvolgeva in una spira tramutandosi in serpenti velenosi. Indrajit la usò contro Rāma e suo fratello Lakṣmaṇa.
Karna
- Karna Kavacha: armatura dorata ricevuta dal padre Surya, invincibile e impenetrabile anche contro le armi divine (le uniche armi che potevano colpirlo erano Pashupatastra e Vaishnavastra).
- Kundala: orecchini dorati, donati dalla madre Kunti, erano indistruttibili e donavano l’immortalità.
- Vasavi Shakti: la lancia del sole del dio Indra, dardo mistico usato contro Ghatotkacha nel Mahabharata. La potenza dell’arma era tale da poter uccidere le divinità e poteva essere brandita solo se Kavacha non è indossata.
- Naga (o Nagaastra): una freccia divina infallibile capace di trasformarsi in serpente, Karna la utilizzò contro Arjuna.
- Varunastra: poteva assumere qualunque forma e scagliava addosso al nemico immense quantità d’acqua.
- Vijaya Danush: l’arco della vittoria (appartenuto a Śiva) le cui frecce potevano distruggere intere città. La corda era indistruttibile (nessun’arma divina poteva romperla). Ogni volta che veniva scoccata una freccia, i cieli tremavano, divampavano saette accecanti e terrorizzava qualunque nemico. L’arma donava una virtuale invincibilità al detentore (le uniche armi che potevano colpirlo erano Pashupatastra e Vaishnavastra).
Arjuna
Astra
- Gandiva: l’arco di Arjuna, creato da Brahma e consegnato ad Arjuna da Varuna su richiesta di Agni, fu usato durante la guerra Kurukshetra.
- Akshaya Tunir: faretra dal numero infinito di frecce.
- Pashupata (o Pashupatastra): l’arma più potente di Śiva e Kālī, se scagliata, poteva distruggere il creato e tutti gli esseri viventi senza distinzione. Si narra che fosse l’arma più potente dell’intera mitologia indiana.
- Vaishnavastra: l’arma più potente di Viṣṇu, poteva essere fermata unicamente dal suo creatore, era capace di distruggere qualunque bersaglio a prescindere dalla sua natura.
- Sudarshana Chakra: arma a disco di Viṣṇu, si narra che possedesse poteri occulti e terribili e che poteva essere utilizzato come scudo oppure come arma da lancio, in grado di rispondere ai comandi del detentore e di tranciare qualunque cosa.
- Vayvayastra: dardo del vento, capace di sollevare da terra interi eserciti e scaraventarli via, fu utilizzata nella battaglia finale contro Karna.
- Indraastra: dardo in grado di dividersi in cielo e sparare una pioggia di frecce. Arjuna la utilizzò per uccidere il re Sudakshina e il suo esercito.
- Antardhana Astra: dono di Kubera, poteva far sparire interi luoghi.
- Jyotiksha Astra: strumento divino in grado di dissipare le tenebre.
- Rudra Astra: dono di Śiva, Arjuna utilizzò il dardo divino per sconfiggere Kumbhakarna.
- Sabda-veda Astra: impediva al nemico di celarsi allo sguardo.
- Antardhana Astra: consentiva a tutti gli alleati di diventare invisibili al nemico.
- Anjalika Astra: freccia divina paragonabile a Vajra come potere distruttivo, capace di annientare interi eserciti; Arjuna la usò per uccidere Karna.
- Suryastra: dardo capace di creare una luce accecante in grado di disperdere le tenebre e prosciugare i fluidi dai corpi, Arjuna la usò contro Shakuni nel dodicesimo giorno della guerra di Kurukshtra.
- Twashtar Astra: frecce divine che se scagliate contro un gruppo di nemici, li fa lottare fra loro.
- Sammohana/Pramohana: frecce dell’oblio, potevano tramortire all’istante interi eserciti. Arjuna le usò contro l’esercito dei Kurava durante la guerra di Virata.
Shastra
- Śiva Kavacha: armatura invulnerabile ricevuta dal dio Śiva.
- Agni (o Agneyastra): la lancia di fuoco del dio Agni, Arjuna la utilizzò contro Angaraparna, il Gandharva. Una volta scagliata, l’arma emetteva fiamme inestinguibili.
- Vajra: mazza a doppia punta sferica di Indra, poteva scagliare fulmini contro i nemici; considerata come una delle armi più potenti dell’universo, divenne simbolo di fermezza spirituale e divenne un simbolo religioso dell’Induismo, Jainismo e Buddhismo.
Janaka
- Śiva Danush: l’arco di Śiva, fu distrutto da Rama durante la Swayamvara di Sita.
Kaundinya (Koṇḍañña)
- Arco di Kaundinya: Arco magico che utilizzò sulla principessa dei Naga Mera per farla innamorare di lui.
Ravana
- Forza demoniaca: indispettito da una montagna che non lo lasciò passare, Ravana tentò di sollevarla da terra, ignorando che fosse la dimora di Śiva e Pārvatī. L’arma poteva essere usata solo per delle giuste cause, in caso contrario avrebbe provocato la morte del detentore e sarebbe tornata dal dio.
- Chandrahasa: spada indistruttibile donata da Śiva.
Rāma
- Anrita: una delle armi mistiche ricevute da Rāma dal saggio Viśvā-mitra.
- Kodandam: l’arco di Rāma, in grado di scoccare trentadue frecce consecutivamente.
- Frecce di Brahmā: frecce divine usate contro il re dei demoni dello Sri-Lanka, Ravana. Le frecce bruciarono l’ombelico del demone e tornarono automaticamente nella faretra.
- Sharanga: arco celestiale creato da Viṣṇu, utilizzato per scoccare Vaishnavastra.
- Vaishnavastra: l’arma più potente di Viṣṇu, poteva essere fermata unicamente dal suo creatore, era capace di distruggere qualunque bersaglio a prescindere dalla sua natura. Rāma la utilizzò per distruggere l’energia del Bharghava Rama.
- Garudastra: strumento difensivo, poteva respingere gli attacchi di Nagaastra.
- Manavastra: poteva ignorare qualsiasi difesa e scagliare via il bersaglio per svariate miglia. L’arma fu utilizzata contro il demone Maricha.
- Brahmāstra: freccia sacra infallibile creata da Brahmā per contrastare qualunque creatura demoniaca, l’individuo o l’esercito che minacci il Dharma; poteva annientare qualunque nemico. Rāma la utilizzò contro Jayanta quando ferì Sita, contro Mareecha e contro Ravana.
Drona
- Asi: l’arma primordiale creata da Brahmā, la spada fiammeggiante in grado di sterminare orde di demoni e qualunque altra creatura maligna.
- Sailastra: dono di Indra, capace di placare qualunque vento, usato per contrastare Vayvayastra.
- Prajnastra: strumento curativo, in grado di far riprendere i sensi a chiunque.
Ashwatthama
- Asi: l’arma primordiale creata da Brahmā e ricevuta dal padre Drona, la spada fiammeggiante in grado di sterminare orde di demoni e qualunque altra creatura maligna.
- Brahmashirsha Astra: l’evoluzione di Brahmāstra, poteva scagliare migliaia di meteore infuocate contro i nemici. L’area colpita sarebbe stata contaminata dal veleno e plagiata dalla siccità per dodici anni.
- Narayanastra: arma creata da Viṣṇu ed ereditata dal padre Drona, poteva creare una pioggia di frecce, dardi e chakram, maggiore era la resistenza dei nemici, maggiore era il numero di armi scagliate. L’unica difesa possibile era la resa incondizionata del nemico.
Vaśiṣṭha
- Brahmadanda Astra: L’Astra più potente di Brahmā: di natura ibrida, poteva proteggere da tutte le armi divine, compresa Brahmāstra. Si narra che fosse così potente da annientare interi sistemi solari e i quattordici regni della cosmologia indù.
Armi leggendarie ed Equipaggiamenti della Mitologia Ebraica
Noè (Noach)
- Arca di Noè: vascello leggendario che avrebbe preservato l’umanità e la sua fauna dal diluvio universale.
Aronne (Ahàron)
- Verga di Aronne: bastone dalle proprietà divine; fu utilizzato per trasformare le acque del Nilo in sangue. Durante la visita al Faraone, Aronne gettò a terra il suo bastone, il quale si trasformò in serpente; anche i sacerdoti egizi fecero la stessa cosa e i loro bastoni tramutarono anch’essi in serpenti, ma furono inghiottiti da quello di Aronne. Si narra inoltre che dalla Verga di Aronne germogliassero fiori e mandorle, Secondo la tradizione, la verga di Aronne produsse mandorle dolci da un lato e mandorle amare dall’altro; se gli israeliti avessero seguito Dio, le mandorle dolci sarebbero state mature e commestibili, ma se avessero abbandonato il percorso con Dio, le mandorle amare avrebbero predominato.
Mosè (Moshé)
- Verga di Mosè: bastone dalle proprietà divine, in grado di produrre una sorgente d’acqua dalla roccia e di dividere le acque del Mar Rosso durante l’Esodo.
- Tavole della legge: tavole di pietra donate da Yahweh a Mosè su cui furono incisi i dieci comandamenti.
Golia (Ğoliyāț)
- Campione dei filistei: Golia era il più forte e possente guerriero dei filistei, dotato di una statura colossale e una forza sovraumana, superiore agli uomini della sua epoca.
- Corazza impenetrabile: Golia era dotato di un elmo di bronzo e di una corazza a piastre che rivestiva completamente il suo corpo.
- Lancia colossale: l’arma di Golia era un giavellotto di bronzo dalle proporzioni gigantesche.
Re Davide (David ben Yishay)
- Kinnor: arpa dalle proprietà esorcizzanti e purificatrici, utilizzata per scacciare i demoni che infestavano re Saul, divenne in seguito strumento nazionale d’Israele.
- Hamesh Avanim (cinque pietre): la fionda con la quale sconfisse il gigante Golia, le cinque pietre scagliate rappresentano la tolleranza del re pastore, il nemico potrà essere graziato per quattro volte, ma il quinto colpo sarà sempre infallibile e fatale.
- Arca dell’alleanza (ʾĀrôn habbərît): cassa di legno d’acacia ricoperta d’oro e sormontata da due cherubini dorati (Metatron e Sandalphon), contenente le due Tavole della legge su cui furono incisi i dieci comandamenti, l’olio per l’unzione dei sacerdoti e dei re d’Israele, un vaso d’oro contenente la manna, la verga di Aronne e la verga di Mosè. Si narra che l’arca fosse avvolta da una luce divina, chiunque osasse avvicinarsi incautamente, sarebbe stato incenerito da una tempesta di fulmini.
Re Salomone (Šəlōmōh)
- Sigillo di Salomone: anello mistico con inciso un esagramma (Stella di David) grazie al quale poteva sottomettere i demoni (jinn) o esorcizzarli. Era inoltre possibile parlare con gli animali e capirne il linguaggio. L’esagramma inciso sull’anello divenne simbolo dell’esoterismo cabalistico.
- Chiave di Salomone: grimorio d’incanti attribuito a Salomone ma scritto durante il periodo rinascimentale. Si narra che grazie a quel grimorio fosse possibile invocare demoni e le anime dei defunti.
Armi leggendarie ed Equipaggiamenti della Mitologia Cinese
Sun Wukong (Son Goku nella mitologia giapponese)
- Forza bestiale: essendo il re delle scimmie, Sun Wukong possedeva una forza sovraumana ed era maestro nelle principali arti marziali.
- Pesche dell’immortalità: cibo divino rubato da Sun Wukong, il quale, nutrendosene, ottenne l’immortalità e l’invulnerabilità.
- Fornace divina: strumento nel quale venne richiuso Sun Wukong nella speranza di eliminarlo, dopo diversi giorni di detenzione, i suoi occhi assunsero un colore rosso e le iridi divennero dorate, ottenendo la capacità di vedere attraverso gli inganni.
- Diadema magico: per placare l’indole irruenta del discepolo, il monaco Xuánzàng Sanzang gli fece indossare una particolare corona che si restringeva ogniqualvolta Sun Wukong disobbediva agli ordini o si comportava male, provocandogli atroci emicranie; il diadema non poteva essere rimosso se non conseguendo l’illuminazione.
- Elmo di fenice: parte del tesoro del Re dei Draghi, oggetto dalle proprietà ignote.
- Armatura d’oro: parte del tesoro del Re dei Draghi, oggetto dalle proprietà ignote.
- Ruyi Jingu Bang: parte del tesoro del Re dei Draghi, l’arma principale di Sun Wukong, un bastone magico in grado di allungarsi all’infinito.
- Ǒusībùyúnlǚ: parte del tesoro del Re dei Draghi, stivali magici realizzati in fibra di loto, grazie ai quali poteva camminare sopra le nuvole.
- Nuvola d’oro: il mezzo di trasporto prediletto da Sun Wukong, una nuvola divina che poteva essere cavalcata dall’eroe e lo conduceva ovunque desiderasse.
Zhu Jajie (Cho Hakkai nella mitologia giapponese)
- Aspetto suino: avendo sfidato gli dèi nel regno celeste, venne condannato a morte e costretto a rinascere nel mondo mortale, sfortuna volle che fu partorito da una scrofa.
- Jiuchidingpa: forcone magico a nove rostri fabbricato da Lao Zi.
Sha Wujing (Sha Gojo nella mitologia giapponese)
- Poteri magici: essendo un demone fluviale, Sha Wujing disponeva di alcuni poteri magici derivati dall’acqua, come la guarigione delle ferite o la ricostruzione degli oggetti.
- Yuèyáchǎn (Falce della luna crescente): arma ad asta shaolin dalla doppia punta, una a forma di luna crescente, concava, l’altra convessa.
Principessa dal ventaglio di ferro
- Bajiaoshan (o Bashōsen): un gigantesco ventaglio magico realizzato con foglie di banano in grado di provocare violente trombe d’aria.
Lü Dongbin
- Spada di Lü Dongbin: spada mistica in grado di uccidere i demoni.
Gan Jiang e Mo Ye
- Spade gemelle Gan Jiang e Mo Ye: coppia di spade forgiate dal fabbro Gan Jiang e dalla moglie Mo Ye, la quale si sacrificò gettandosi nella fornace per fornire alle lame l’energia spirituale (qi) necessaria.
Guan Yu (o Yunchang)
- Lama crescente del dragone verde: Falcione (Guan dao) leggendario; si narra che la lama fosse costantemente cosparsa del sangue dei nemici e che uno strato di sangue si fosse congelato sul filo, colorando la lama di rosso.
Zhang Fei
- Lancia del serpente marino: arma ad asta dalla lama serpeggiante dalle proprietà ignote.
Re Fuchai
- Lancia di Fuchai: arma dalle proprietà ignote, attualmente conservata nel museo provinciale di Hubei.
Hou Yi (o Shen Yi)
- Arco di Hou Yi: arma divina con la quale scagliò delle frecce in grado di uccidere creature divine e demoniache.
- Elisir dell’immortalità: dopo aver abbattuto con le sue frecce nove soli (rappresentati come uccelli a tre zampe) e aver risparmiato l’ultimo sole (divenuto simbolo della vita sulla terra), Hou Yi ottenne dagli dèi l’elisir dell’immortalità.
Imperatore giallo (Huangdi)
- Kunwu: spada ricevuta dalla dea Jiutian Xuannü, si narra che potesse lacerare demoni, divinità e respingere sortilegi maligni.
Zhuanxu
- Téngkōng: spada divina discesa dai cieli nelle mani dell’imperatore Zhuanxu, poteva sollevarsi da terra e indicare le zone in cui sarebbe scoppiato un conflitto.
- Huàyǐng: un ramo che si trasformò in spada nelle mani dell’imperatore; poteva controllare gli elementi della natura e gli animali.
Qin Shi Huang
- Esercito di terracotta: l’armata dell’imperatore Qin Shi Huang rappresentato sottoforma di statue di terracotta, il suo compito è di scortarlo e proteggerlo nell’aldilà.
Armi leggendarie ed Equipaggiamenti della Mitologia Giapponese
La principessa splendente (Kaguya Hime)
- Discendenza lunare: Kaguya Hime era un’abitante del regno della luna ed era dotata di una bellezza tale da far innamorare chiunque la incontrasse.
- Vestigia del ratto di fuoco: abito leggendario che proteggeva dalle fiamme.
- Vestigia di piume magiche: abito leggendario che permetteva di volare.
Muramasa
- Juuchi Yosamu (o Juuchi Fuyu, i dieci inverni): spada dotata di proprietà di taglio sovrannaturali, fu forgiata da Muramasa per dimostrare la sua superiorità nei confronti del rivale Masamune, la spada tagliava indiscriminatamente ogni cosa, compresa l’aria.
Masamune Okazaki
- Yawarakai-Te (mani misericordiose): spada capace di discernere ciò che doveva essere tagliato da ciò che doveva essere risparmiato.
Masazane Fujiwara
- Nihongo: una delle tre lance leggendarie forgiate da Masazane Fujiwara, arma dalle proprietà ignote; fu appartenuta a Masanori Fukushima, e a Tahei Mori.
- Otegine: una delle tre lance leggendarie forgiate da Masazane Fujiwara, arma dalle proprietà ignote.
- Tonbokiri (ammazzalibellule): una delle tre lance leggendarie forgiate da Masazane Fujiwara, si narra che la lama fosse così affilata che una libellula, posandosi sopra, si tagliò in due.
Amakuni Yasutsuna
- Kogarasu Maru (piccolo corvo): spada tachi appartenente alla collezione imperiale giapponese. La lama ha una forma caratteristica nota come “Kissaki Moro Ha Zukuri” considerata come transizione fra quelle diritte a doppio taglio di influenza cinese e le spade caratteristiche giapponesi del tipo tachi o katana.
Sasaki Kojirō
- Monohoshizao: spada nodachi lunga centocinquanta centimetri, grazie alla quale sviluppò la tecnica “tsubame gaeshi” (contrattacco della rondine) in grado di sferrare tre fendenti in simultanea e uccidere una rondine in volo.
Miyamoto Musashi
- Straordinarie abilità di spadaccino: Musashi è ricordato per essere stato il miglior spadaccino della storia del Giappone. Egli brandiva due spade e sconfisse in duello Sasaki Kojirō.
- Niten Ryu (due cieli, una scuola): disciplina esoterica tramandata da Musashi all’interno della sua opera, il Libro dei cinque anelli; nell’opera si descrive come avesse raggiunto e trasceso lo stato di vuoto e come fosse riuscito a recidere l’essenza delle cose. Tale disciplina prevede l’utilizzo di due spade per affrontare il nemico. Musashi fondò la scuola Hyōhō Niten Ichi-ryū.
Itō Ittōsai Kagehisa
- Ittō-ryū: una delle più antiche e misteriose scuole di scherma del Giappone, fondata da Itō Ittōsai Kagehisa; la sua influenza fu tale da condizionare numerose scuole di scherma emerse in seguito.
Yagyū Munenori
- Yagyū Shinkage-ryū: scuola fondata da Yagyū Munenori; la sua fama e la tecnica eccellente erano così rinomate da essere sovvenzionate dallo shogunato di Tokugawa. Al giorno d’oggi rimane una delle più prestigiose scuole di scherma.
Minamoto no Yorimitsu (o Minamoto no Raikō)
- Discendenza divina: in Raikō scorreva il sangue di Indra, il dio induista della guerra e dei fulmini. Tale discendenza gli permise di padroneggiare la spada leggendaria Dōjigiri-Yasutsuna e di poter sterminare mostri e demoni.
- Dōjigiri-Yasutsuna: spada del fulmine con la quale decapitò l’oni Shuten-dōji. L’arma è considerata tesoro nazionale ed è una delle più antiche spade giapponesi conservate.
Sakata no Kintoki (o Kintarō)
- Nascita miracolosa: si narra che Kintarō fosse nato dalla principessa Yaegiri che lo avrebbe dato alla luce nella foresta del monte Ashigara (in una variante della leggenda, si narra che fu messo alla luce dalla strega Yama-Uba colpita da un fulmine di un drago rosso); fin dalla nascita fosse dotato di una forza prodigiosa (era in grado di piegare gli alberi e di spezzare le rocce a mani nude) e della capacità di poter comunicare con gli animali. Le sue capacità furono tali da destare l’attenzione di Minamoto no Yorimitsu, il quale lo accolse come uno dei Shitennō (i quattro generali celesti).
- Ascia dorata: arma con la quale sconfisse demoni e mostri antropofagi.
Ushiwakamaru
- Usumidori: spada magica in grado di decapitare cento persone con un solo fendente, fu utilizzata per uccidere un ragno gigantesco.
Fujiwara no Hidesato (conosciuto anche come Tawara no Tōta)
- Arco di Hidesato: arco col quale uccise un centopiedi gigante.
- Sacca di riso inesauribile: dopo aver ucciso il centopiedi, Hidesato ricevette una sacca contenente un’infinita quantità di riso.
- Kenukigata tachi: spada divina che ricevette all’interno del palazzo del drago.
- Mukadegiri: spada dorata con la quale sterminò centinaia di demoni, compreso l’oni immortale Taira Masakado.
- Kenukigata tachi (Hōgon-ji): spada dalle proprietà ignote.
Momotaro
- Discendenza celeste: Momotaro nacque da una pesca gigantesca e poteva parlare fin dal primo giorno di vita e spiegò che era stato inviato dal cielo per essere figlio dell’anziana coppia che l’aveva trovato.
- Animali leggendari: un cane, una scimmia e un fagiano parlanti si unirono a lui per sconfiggere i demoni nell’isola di Onigashima.
Sakamoto Ryōma
- Mutsuno Kami Yoshiyuki: spada dalle proprietà ignote.
Hōzōin In’ei (conosciuto come Hōzōin Inshun)
- Jūmonji Yari: lancia yari, si narra che, durante una notte di luna piena, avesse osservato il riflesso in uno specchio d’acqua e avesse tratto ispirazione per concepire un nuovo tipo di lancia dalla punta cruciforme, più efficace in combattimento.
- Hōzōin-ryū: scuola fondata dal monaco Hōzōin In’ei focalizzata sulle tecniche di lancia Jūmonji Yari da egli concepita, affinché ogni colpo risultasse infallibile.
E cosi arriviamo alla conclusione di questa lunga epopea, letteralmente, tra le armi e gli equipaggiamenti (e non solo) di tutti i grandi eroi. Spero che questi articoli vi possano essere stati di ispirazione per la documentazione per i vostri scritti.
Ci leggiamo al prossimo articolo.
In Rinaldo indicherei “Elmo di Mambrino” che ha vinto conto il gigante. E’ dorato ed invulnerabile secondo il “Furioso” e “L’Innamorato”
Sono Federico, l’autore dell’articolo. Ti ringrazio per la dritta, in effetti mi era sfuggito totalmente.
Questo tuo commento mi è stato davvero utile, ho aggiornato il pezzo non solo con l’elmo di Mambrino, ma anche con il cavallo Vegliantino in possesso di Mandricardo.
Fa sempre piacere ricevere un commento così attento!
Grazie! Mi ha fatto piacere dare una mano!