Buongiorno, Scriptiani. In questo articolo vogliamo gettare le basi su come descrivere le emozioni e quindi creare e gestire la vita emotiva di un personaggio. Tenteremo di dare un insight psicologico sul funzionamento delle emozioni per poi vedere come possono ripercuotersi fisiologicamente e psicologicamente sul personaggio.

Saper trasmettere emozioni tramite la scrittura è un’abilità basilare di ogni buon scrittore, ma per farlo è importante imparare  cosa siano e come funzionino.

 

Cosa sono le emozioni?

Nella storia della psicologia esistono diverse controversie sulla definizione del concetto di emozione. La diatriba nasce in particolar modo se l’emozione possa essere considerata prima di tutto una risposta fisiologica, che poi si ripercuote psicologicamente. O, viceversa, se ha origine da un contenuto psichico, che poi si ripercuote fisiologicamente. Una cosa però è certa, qualsiasi emozione ha delle conseguenze a livello corporeo, quindi si può dire che vive nel corpo.

I sentimenti invece sono delle strutture più complesse, durevoli nel tempo e presuppongono una conoscenza, una memoria. Quindi vivono non solo nel corpo, ma anche nella mente.

Per esempio:

  • trovarti vicino a qualcuno che ti fa battere il cuore è un’emozione, poiché è una risposta momentanea di tipo corporeo (il batticuore). Se l’emozione rappresenta una pietra, il sentimento è un muro. Scaturisce dall’esperienza di multiple emozioni, che sedimentandosi nella memoria creano una traccia, una cognizione o conoscenza di tipo affettivo. Se quella persona ti fa battere il cuore tutte le volte che la vedi, potresti sviluppare un sentimento d’amore nei suoi confronti.

 

Come si sviluppano le emozioni?

Le emozioni sono il risultato di una interazione dinamica fra fattori periferici (percezione), viscerali (per esempio il batticuore), e fattori centrali di cui sono responsabili il sistema limbico e la corteccia cerebrale (la parte del cervello dove risiede la coscienza).

Tronco Encefalico

Il tronco encefalico si trova alla base del cervello, vicino all’estremità da cui scaturisce il midollo spinale, è la sua parte più antica, quella che l’uomo ha in comune con tutte le specie dotate di un sistema nervoso sviluppato. Il tronco encefalico regola da sempre le funzioni vegetative fondamentali ad assicurare la sopravvivenza; il sistema vegetativo è infatti quello che regola il funzionamento degli organi interni e le ghiandole, tutti quei meccanismi al di fuori del controllo volontario. In milioni di anni di evoluzione,  dalla struttura primitiva del tronco encefalico sono derivati poi i centri emozionali (il sistema limbico) e, in seguito, la parte pensante del cervello: la corteccia cerebrale. Il fatto che il cervello pensante si sia evoluto da quello emozionale, dovrebbe bastare a farti intendere quanto la componente emozionale sia importante per la vita e l’adattamento al mondo che ci circonda.

Sistema Limbico

Il sistema limbico, sia negli uomini sia negli animali, regola i comportamenti preposti alla sopravvivenza: nutrizione, lotta, fuga, riproduzione, e dunque anche le emozioni che le caratterizzano: rabbia, paura, gioia, amore. È la corteccia cerebrale, però, che rende possibile la complessità della vita emozionale, come per esempio lo svilupparsi di un sentimento d’amore duraturo che permette l’attaccamento fra una madre e un figlio.

Nei primati le connessioni tra corteccia cerebrale e sistema limbico sono maggiori rispetto ad altre specie, e lo sono ancora di più negli esseri umani. L’elaborazione e l’espressione delle emozioni richiedono, quindi, anche il coinvolgimento delle aree più evolute, ma ciò non toglie che i centri emozionali abbiano l’immenso potere di influenzare il funzionamento di tutto il cervello, compresi i centri del pensiero.

Risposta emozionale

Una risposta emozionale è formata da tre diverse componenti:

  • una comportamentale
  • una vegetativa
  • una ormonale

La componente vegetativa potenzia quella comportamentale provvedendo alla mobilitazione e alla messa a disposizione dell’energia necessaria per movimenti vigorosi (per esempio l’afflusso di ossigeno, l’aumento del battito cardiaco). La componente ormonale potenzia le risposte vegetative (per esempio il rilascio di adrenalina e noradrenalina aumenta l’afflusso di sangue ai muscoli e stimola la conversione in glucosio delle sostanze nutritive).

Adesso che hai imparato i fondamenti, possiamo applicare quanto detto alla scrittura.

Le conseguenze delle emozioni e come si applicano ai personaggi

Le emozioni acquistano una componente psicologica che permette consapevolezza, riflessività e attività intenzionale. La parte corporea del vissuto emotivo è quella responsabile della comunicazione alla corteccia cerebrale del proprio stato emozionale. Mentre la componente cosciente dell’emozione è elaborata esclusivamente dalla corteccia cerebrale.

E qui nasce l’inghippo.

Durante la sua storia personale un dato personaggio potrebbe non aver imparato a sentire l’attivazione corporea relativa a un’emozione e/o a riconoscerla. In questo caso le emozioni si presenteranno ai suoi occhi come degli stimoli corporei senza fondamento, “senza senso” in un certo qual modo.

Ecco le diverse conseguenze

La prima

La difficoltà nella gestione dello stato emotivo e della conseguente reazione comportamentale, che apparirà estrema e al di fuori del controllo del personaggio.

Per un personaggio che “agisce prima di pensare” questo è il meccanismo che avviene in maniera incosciente. Devi imparare a conoscerlo se vuoi dare un contesto e concretezza alla sua vita emotiva.

La seconda

La difficoltà nel riconoscimento dello stato emotivo. Questa rappresenta una fase successiva alla difficoltà di gestione, poiché non solo il personaggio non sarà in grado di modulare la risposta emotiva, ma non riconoscendola in quanto tale, potrebbe scambiarla per qualcos’altro, per un sintomo fisico per esempio, restandone, per esempio, confuso o terrorizzato.

Per un personaggio scostante, spaventato dalle sue emozioni, le difficoltà di riconoscimento saranno alla base della sua vita emotiva.

La terza

La difficoltà nella percezione dello stato emotivo, che rappresenta il punto più estremo del nostro continuum. In casi come questo l’emozione passerà del tutto inosservata all’attenzione cosciente del personaggio, ma seppur non potrà sentirla, né vederla, l’attivazione corporea e l’energia che da essa scaturisce resteranno “intrappolate” sotto la sua pelle, nei suoi muscoli, causando a lungo andare delle conseguenze più o meno gravi e peggiorando il suo stato di salute: mal di testa inattesi, difficoltà digestive, disturbi cardiovascolari, disturbi respiratori e chi più ne ha, più ne metta. Queste patologie prendono il nome di disturbi psicosomatici.

Se il tuo è un personaggio freddo, calcolatore, incapace di lasciarsi coinvolgere da quanto gli succede intorno, allora è molto probabile che la sua storia di vita l’abbia portato ad apportare questa disconnessione della parte cosciente del suo cervello da quella emotiva. Ciò significa che non sarà in grado di sentire le emozioni e/o viverle in quanto tali, sia nel bene, sia nel male.

 

Come descrivere un’emozione?

Ci sono diversi canali comunicativi che devi imparare a usare: uditivo, visivo, olfattivo, e quello preposto alla descrizione delle emozioni è il canale tattile. È difficile immaginare rabbia, paura, eccitazione in assenza della loro espressione fisica. Ogni emozione scaturisce per motivi diversi e stimola delle parti del corpo ben specifiche e di seguito ho voluto includere uno specchietto esemplificativo. Tieni in mente, però, che l’esperienza emotiva varia da persona in persona, proprio per questo non esiste una conoscenza universale al riguardo.

  • Paura: è una delle emozioni di base, comune al genere umano e al mondo animale, il suo scopo è quello di promuovere la sopravvivenza durante situazioni che presuppongono una minaccia (reale o immaginata). I cambiamenti fisiologici associati alla paura sono: impallidimento del volto, battito cardiaco accelerato, tensione muscolare e tremore, respiro affannoso, sudorazione elevata, bocca secca, incremento della peristalsi intestinale, iper-vigilanza nei confronti di ogni stimolo o totale paralisi. A livello espressivo-facciale è caratterizzata da occhi sgranati, sopracciglia alzate, bocca leggermente aperta.
  • Rabbia: è anche questa una delle emozioni di base e anche questa è preposta alla sopravvivenza. È provocata da uno stimolo che genera un’azione aggressiva per proteggersi o per proteggere qualcun altro. Associati alla rabbia abbiamo: battito cardiaco accelerato, tensione muscolare alle braccia, alle mani, alla mandibola, respiro affannoso, calore al volto e alla testa. A livello espressivo-facciale è caratterizzata da occhi sgranati, sopracciglia corrucciate, denti digrignati.
  • Tristezza: è un’emozione di base che si sperimenta in associazione a una perdita (reale o figurata). I cambiamenti fisiologici associati alla tristezza sono: pianto e/o pesantezza agli occhi e/o al naso, stomaco chiuso, difficoltà respiratorie, perdita di vigore muscolare, pesantezza alle braccia e alle gambe, stanchezza. A livello espressivo-facciale è caratterizzata da postura ricurva, fronte corrugata, labbra piegate.
  • Gioia: è un’emozione di base che si sperimenta in risposta a stimoli piacevoli o che ci eccitano piacevolmente. I cambiamenti fisiologici associati alla gioia sono: sensazione di energia diffusa in tutto il corpo, vigore muscolare, aumentato battito cardiaco. A livello espressivo-facciale è caratterizzata dal sorriso o dalla risata, fronte distesa, sopracciglia rilassate.
  • Amore: è un sentimento che si sperimenta in risposta a un bisogno di calore e vicinanza, ma è anche un’emozione di base, specifica per il mantenimento e la riproduzione della specie. I cambiamenti fisiologici associati all’amore sono: aumento del battito cardiaco, aumento della profondità del respiro e della salivazione, calore al volto, contrazione dello stomaco e, se romantico, calore e afflusso sanguigno negli organi riproduttivi. A livello espressivo-facciale è caratterizzata dal sorriso, occhi umidi e sopracciglia distese.
  • Disgusto: è un’emozione legata alla sopravvivenza, che si attiva in risposta alla potenziale pericolosità di alcuni stimoli, come malattie o cibi. I cambiamenti fisiologici associati al disgusto sono: riflesso faringeo (vomito), salivazione o una sensazione di nausea. A livello espressivo-facciale è caratterizzata da bocca contratta e sopracciglia corrucciate.
  • Sorpresa: è un’emozione di base che si verifica quando avviene un evento inaspettato. I cambiamenti fisiologici associati alla sorpresa sono: aumento del battito cardiaco, morso allo stomaco, modificazione del ritmo respiratorio: inspirazione seguita da un blocco della respirazione e conseguente respirazione superficiale. A livello espressivo-facciale è caratterizzata occhi sgranati, sopracciglia sollevate, bocca aperta.
  • Vergogna: è un’emozione complessa che si sviluppa a seguito della percezione di un giudizio negativo. I cambiamenti fisiologici associati alla vergogna sono: posizione ricurva, calore/rossore alla guance, pesantezza al petto o allo stomaco.

 

Conclusione

Prima di lasciarti andare vorrei darti un consiglio: ti devi esercitare a riconoscere le emozioni e ad analizzarle nel momento stesso in cui ti capita di viverle, prima ancora di pensare di descriverle.

Non si può scrivere di ciò che non si conosce, e questo assioma si applica a tutto e in particolar modo alla vita emotiva.

In questo articolo ti ho dato delle dritte circa le caratteristiche primarie di ogni emozione, però per dare veridicità allo scritto, per conferirgli originalità, carattere, in modo che non risulti un compitino ben eseguito, ma che stupisca e coinvolga chi legge, il tuo contributo in prima persona è quantomai necessario.

 

Per il momento è tutto, spero di averti intrigato e interessato a questo approccio nuovo alla scrittura. Se volessi condividere i tuoi pareri, opinioni o mostrarci se e come hai applicato i suggerimenti che ti abbiamo dato, puoi contattare noi di Scripta a info@scriptablog.com o lasciare un commento.