Oh! Salve mio buon amico! Ti piace la musica del mio gioioso serraglio? Vedo che ti piace, non puoi mentire ai miei occhi attenti! Avanti su, vieni con me! Lasci che ti mostri!
Su, non farti trascinare! Non frenarti, ti consumerai le suole dei calzari e basta! Anzi, togli proprio i calzari! Con noi non ti servirebbero! E nemmeno i vestiti!
Guarda in tutta la sua gloria il seguito del prodigioso Dioniso, che raccoglie fedeli da ogni parte del mondo conosciuto! A lungo ho viaggiato, a lungo ho peregrinato e tanto ho appreso dagli angoli più oscuri della terra, e da queste tenebre ho tratto in salvo i miei seguaci più fedeli!
Guarda le menadi danzare, il sudore imperlare i loro corpi nudi e perfetti! Guarda i cureti marciare seguendo il ritmo delle percussioni! Strabiliati nel vedere le più esotiche e feroci bestie dell’Asia camminare tra di noi come animaletti domestici, inebriati dalla mia divina presenza.
Perche’, ehi, io sono un dio, amico mio! Ma non un semplice dio! Guarda l’oro, la musica, la gioia, i canti e i balli! Quale dio ti ha mi mostrato una tale meraviglia!? Nemmeno il mio alto padre che siede sul trono dell’Olimpo vi ha mai donato una tal gioia…. Ma ehi! Ci sono io!
E sai perché io sono l’unico a voler donare queste gioie a voi, simpatici e sciocchi mortali? Perché un tempo ero come voi! Non sono nato divino… o meglio, la seconda volta che sono nato non lo ero…
Zagreo mi chiamavo un tempo, figlio di Persefone… rapito e ucciso, fatto a pezzi da Titani guidati da una mano superiore… la stessa mano che poi, quando mio padre mi fece incarnare nella mia vera madre, la dolce Semele, costrinse quella che era allora una sciocca ragazza a obbligare un dio a rivelare la sua vera essenza…
Era, dea madre dalla troppo frigide pudenda per il mio esuberante padre, pensava di avermi ucciso… Ma io vissi! Salvato da Gaia stessa! E poi dal mio fratellone Ermes, che più volte ebbe modo di curarsi di me, in vece di mio padre, costretto ad allontanarsi dopo avermi fatto nascere dalla sua coscia…
Si, lo capisco, ti sto confondendo! I tuoi poveri occhi sono così sperduti… aspetta, lascia che ti tolga quella sporcizia dalla faccia… Vedi, anche solo la mia nascita è fuori dalle righe! Io, nato da due madri e un padre, nato due volte, salvato da un rampicante di edera allucinogena che ancora oggi adorna il mio meraviglioso tirso! Pampini, edera e una pigna in punta! Una lancia inusuale per un dio inusuale… ma quanti giganti ho fatto a pezzi con questa… quante vite immortali ho troncato con questi rami… con queste mani…
ABBASSATI! Uff… c’è mancato pochissimo… scusami, ogni tanto in queste cose le mie ballerine si lasciano trasportare e lanciano per aria quello che strappano!
Stavamo dicendo?…ah si! Le mie mirabolanti imprese! Ma certamente le conoscerai meglio di me! Tu sei della mia città natale, questo è stato il mio grande ritorno ma tutti già conoscono la mia immensa gloria! Di come fui allevato dalle Iadi e dal saggio satiro Sileno, colui che mi spinse, alla fine, ad inventare il VERO nettare degli dei! Il Vino! Oh, il Vino! I Balli! Le feste! In Asia tutti mi hanno amato all’istante, trascinati dal ritmo, dalle luci, dai suoni… dalla libertà immensa che io prometto e concedo!
Guardali! Su, guardali! Perché’ volti il capo e distogli lo sguardo! Guarda i miei devoti adoratori che ridono follemente! Non sono mai stati così liberi in vita loro! Guarda lui, per esempio, quello prono sulla costola di mio cugino Penteo! Lui si chiama Aristide, il padre voleva che diventasse un politico, come lo era stato lui… non sembra molto più felice così, ebbro e fiero, piuttosto che a immaginarlo come un polveroso oratore?
E lei? La mia magnifica furia! Lei è stata inviata a me per punizione, tu pensa! Disse di essere una migliore cacciatrice persino di mi sorella Artemide! Certo, guarda come prende al volo quelle sottili dita reali che il resto delle sue compagne menadi lanciano per aria! 20 tiri perfetti! Persino il mignolino del piede! Tuttavia Artemide non gradì e la inviò da me per punirla, per farla passare da un ambiente disciplinato ad uno più caotico! Ma guardala ora! Vedi com’è felice! Quello sguardo di pura estasi mentre le sue sclere si colorano di rosso! Non ha mai provato una tale libertà da cacciatrice! E ora… beh, lei è la mia cacciatrice!
Ehi, amico! Ma stai tremando! Che ti succede? Ah, capisco, tu ti stavi solo facendo una beata cagata tra i boschi fuori dalla mia amata Tebe e ti sei imbattuto nelle mie dolci sacerdotesse mentre facevano a pezzi il mio amatissimo cugino Penteo! Non devi essere abituato alla visione che hai di fronte, ma… ehi, mi conosci già, vero?
Lo vedo, dal terrore nei tuoi occhi, che hai già sentito dei Titani che ho sbudellato in Egitto… Dei pirati che ho fatto impazzire e tramutato in delfini… o di Licurgo, e di COME HO FATTO CREDERE AL BASTARDO CHE HA AMMAZZATO I MIEI FEDELI CHE IL SUO FOTTUTO BAMBINO FOSSE UN CAZZO DI RAMOSCELLO D’EDERA DA ESTIRPARE COME UN’ERBACCIA… E CON UN’ACCETTA!
Ma guardale, amico mio! Guarda le mie menadi che fanno scempio del cadavere di mio cugino, che si ricoprono delle sue budella, che banchettano delle sue carni! Guarda come i cureti tengono il tempo di queste folli danzi, chi spaccando crani dei pochi tebani rimasti a volersi opporre a me e chi invece scopando le donne tebane arresesi al mio indiscutibile fascino!
E ora guardami negli occhi, mortale: io non sono il dio del vino e delle feste… io sono Dioniso, il due volte nato, dio dell’ebrezza e della follia! Io sono vita incarnata, ma non quella stupida routine che voi definite vivere! Io sono la VERA vita! Io sono sesso e depravazione, io sono canti e balli, sono morte e spargimento di sangue!
E se solo volessi, piccolo e inutile mortale, potrei immischiare anche te con una follia superiore a qualsiasi altra solo con un’occhiata… guarderesti nei miei occhi colmi di pura follia e sapresti come ci si sente ad essere morti due volte ancor prima di venire al mondo! O come ci si sente ad essere continuamente minacciato, e abbandonato, e ripudiato!
Convenzioni sociali, accettazione, vita civile… tutte stronzate per me! Io sono DIONISO, EREDE AL TRONO DELL’OLIMPO PER VOLERE DEL MIO STESSO, E IN REALTA’ ALTRETTANTO FOLLE PADRE!
Ma non sono un dio crudele… anzi, io sono un dio caritatevole! Offro a chiunque si ponga sul mio cammino la possibilità di una vita senza più preoccupazioni o ansia, senza più un pensiero triste! La VERA vita! Quella che mio nonno Pan e mio cugino Priapo vi hanno solo in parte svelato!
Se solo volessi, amico mio, potrei sterminarvi tutti, subito… con un semplice, fottutissimo schiocco di dita… Immergere questo mondo di merda nella follia più totale! Far diventare i padri di famiglia assassini e le donne più morigerate le peggiori delle meretrici… cambierei il sopra con il sotto, il vivo con il morto, il bianco con il nero, il reale con l’irreale, fino ad annichilire le vostri inutili esistenze nel disvelamento ultimo del senso della vita!
Ma io voglio offrirvi questa opportunità che nessun altro sarebbe disposto a concedervi: la libertà, quella vera ed assoluta! Volete ballare? Volete scopare? Volete uccidere e sterminare? Ponetevi al mio servizio e io vi mostrerò la vera vita, e nessuno vi potrà mai fermare.
Venghino i signori, venghino! Unitevi al mio allegro serraglio e soddisfarete ogni vostro più nascosto e perverso desiderio!
E non provare a negare che la prospettiva non ti attiri, amico mio… vedo come stai guardando i riti delle mie donne, il sangue della carcassa senza forma di mio cugino… o come senti le urla di terrore e estasi provenienti dalla città… eccitandoti per questo.
Perché’ lo so che tu, come ogni uomo mortale, vuoi solo raggiungere questo: un luogo dove tutto è permesso, e anche il gesto più turpe è coperto di luci colorate, un luogo dove gli emarginati dominano la notte, dove l’impossibile diventa reale e ti intossica!
Questo è tutto ciò che hai sempre voluto, ciò i cui hai sempre avuto bisogno! Far vedere al mondo che anche un emarginato, spinto al limite della follia, possa varcare lo stesso e uscirne riforgiato, più forte, più potente, più libero e letale che mai!
Questo ti offro amico mio… ma il tuo corpo già mi dice che hai accettato l’offerta… tra l’altro, complimenti per la fornitura in basso loco, farai la felicità di molte menadi… o di cureti… o degli animali! Non mi importa! Servimi e avrai tutto! Servimi e potrai fare tutto!
Seguimi, amico mio, e diffondi il verbo di Dioniso: cedete alla vita vera, cedete alla follia… o vi verrò a cercare, e vi spezzerò, uno per uno, nel dolce abbraccio di una folle donna danzante che banchetterà con le vostre carni.
La Follia vincerà. Arrendetevi ad essa, oppure vi schiaccerà… Ora questa cazzo di pigna sul mio maledetto bastone di edera e tralci di vite vi fa più paura, no?!
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH
–
Racconto di Vittorio Grimaldi.
Scrivi un commento