Ciao! \^o^/ Sai cos’è un Incipit? (No, non devi confonderlo con il pitch!)
Se il tuo desiderio è sempre stato quello di riuscire a mettere nero su bianco il tuo romanzo, se vuoi che venga letto o addirittura pubblicato da una casa editrice, devi comprendere bene come scrivere un incipit di notevole efficienza che possa attirare l’attenzione degli editori.
Avrei potuto semplificare le mie spiegazioni, facendoti direttamente un elenco degli incipit più famosi, ma al contrario penso sia molto più vantaggioso per te imparare a sviluppare la capacità d’individuare le inesattezze più comuni (tra l’altro si tratta di errori che si trovano con frequenza in moltissimi romanzi che vengono valutati regolarmente).
Siamo pronti per cominciare?
Cos’è l’Incipit
Parliamo un po’ dell’etimologia. Il significato di incipit equivale a “principio della storia” di un romanzo. Quindi si tratta dell‘introduzione del racconto, una vera e propria finestra che si affaccia sulla trama del libro. L’incipit è l’insieme delle prime parole del primo capitolo di un’opera. La sua funzione è quella di immettere chi legge all’interno della storia, affinché possa trovare lo stimolo per continuare a leggere. Ha una rilevanza considerevole, visto che è proprio leggendolo che il tuo pubblico potrà percepire se la trama è avvincente oppure no.
Ne consegue che devi cercare di renderlo il più coinvolgente possibile, in modo tale da riuscire così a conquistarti l’attenzione fin da subito.
So bene che per unə autorə il suo romanzo comincia molto prima della stesura delle prime parole, e per questo tante cose vengono date per assodate in maniera più o meno conscia, ma ricordati che per chi legge per la prima volta la tua storia, il romanzo inizia con la fase di apertura, l’arcata che separa il mondo reale da quello immaginario. L’incipit, quindi, è un po’ la reception del tuo hotel, i titoli di testa, la sigla della tua storia! È il momento in cui la persona che leggerà il tuo libro, che non ha ancora fatti suoi il lessico, la sintassi e il tuo stile, deciderà se dargli fiducia oppure no.
È qui che comincia a carpire le prime informazioni sulla storia e sui personaggi. Bisogna quindi essere incisivi e memorabili.
L’importanza di imparare i vari tipi di incipit
Oggi l’incipit è diventato ancora più essenziale per suscitare nell’immediatezza l’attenzione e il trasporto di chi legge.
Dunque devi ricordarti sempre di non sottovalutarlo in alcun modo, curandolo fin nei minimi dettagli, proprio per evitare che il tuo romanzo venga dimenticato.
Esempi
Esistono vari tipi di inizi.
- Un romanzo può iniziare con la descrizione del paesaggio che farà da sfondo alla storia (“quel ramo del lago di Como…”). Questo viene spesso definito usando il termine cinematografico di Establishing Shot (tuttavia, ti consiglio di adoperarlo il meno possibile, perché è invecchiato un po’ male >︿<)
- Può essere un incipit biografico, cioè un’autopresentazione della voce narrante.
- L’incpit può essere mostrato anche come un commento o una riflessione, autori come Palahniuk e Salinger hanno utilizzato questo escamotage.
- Alcuni incipit sono detti “a cornice”, mettono in scena quindi la storia come se fosse davvero all’interno di un intermezzo narrativo artificiale. È il caso, per esempio, del famoso “manoscritto ritrovato” che spiega come è stata scoperta la storia che si sta per raccontare, oppure quando si mette in scena un personaggio che la racconta a un pubblico.
- Nei romanzi più moderni, infine, non esiste nessuna preparazione preliminare alla storia. L’inizio è spesso in medias res, cioè in un momento qualsiasi della narrazione, in modo che chi legge si trovi immediatamente gettato nella storia. In questi casi, l’effetto di disorientamento è amplificato e si dovrà fare uno sforzo in più per entrare nel romanzo. Uno sforzo che però sarà ripagato dalla sensazione di immediatezza e di immersività.
Quali sono gli sbagli da evitare
Come prima cosa… ah, sì! NON USARE IL PRIMO TIPO DI INCIPIT (anche se credo di avertelo già detto, ma era importante imprimere bene il concetto).
Infatti, è consigliabile di non imitare esempi come quello del Manzoni, basati su considerevoli e lunghe divagazioni di tipo ambientale che spesso e volentieri non aggiungono davvero nulla di utile alla storia, e annoiano i lettori più attempati.
È importante evitare di inserire tutti gli aspetti principali del romanzo, annullando così la trepidazione nel lettore e il suo desiderio di voler continuare la lettura. Insomma, non bruciarti tutto subito!
L’ultimo errore che ti consiglio di non fare, è quello di inserire troppi particolari al suo interno. Rischieresti di sovraccaricare a tal punto chi legge, da smorzare subito la sua voglia di proseguire nella lettura.
In che modo puoi scrivere un incipit vincente
Per far nascere già dal principio un enorme interesse verso la tua storia, allora devi puntare sul mostrare a chi legge una vicenda scritta e caratterizzata dall‘azione, ossia un avvenimento particolare e specifico, meglio se molto importante per la tua vicenda.
Questi sono esempi semplici di incipit efficaci.
- Potresti descrivere l’uccisione di un personaggio. Chi legge sa come è avvenuto, ma non ne conosce il motivo. Ciò lo porterà a voler proseguire la sua lettura, per scoprire altre informazioni.
- Un altro caso potrebbe riguardare la descrizione di un determinato personaggio, che fa comprendere a chi legge che è accaduto qualcosa di grave che coinvolge quel soggetto, ma l’accadimento in questione non viene descritto. Ne consegue che anche in questo caso, riuscirai a stimolare il desiderio impellente di dover continuare a leggere per apprendere ulteriori informazioni preziose sull’accaduto.
- Potresti anche mostrare un evento più in là nel tempo, magari un evento tragico, in modo da spingere chi legge a domandarsi: “Come ci è finita questa persona in questa situazione?” Spesso e volentieri in questo modo creerai un forte gancio empatico fin da subito!
Infine, è importante che tu impari a scrivere fin dall’inizio in modo chiaro e appassionante, in modo tale da tenere incollato il lettore sul tuo romanzo fin dalle prime righe.
Alla prossima! o(*°▽°*)o
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