«Undicesimo Cerchio del secondo stænd di Jami[1]. La tenue primavera nibirunense ci ha permesso di giovare di notti luminose e poco dense di vento di Marea qui al Duentu Golsan. Ho scoperto, durante la mia degenza, che Golsan fu il nome di uno dei Venerabili e, benché non ci siano colleghi Getusta a poterlo confermare, credo alla gente di questo avamposto. Gli umani e i cristaliani di qui sono cordiali e ben pochi sono i criminali esiliati dalle Edsi ad aver trovato riparo nel Duentu.

Dopo qualche giorno di riposo, sono riuscito a controllare tutta la mia attrezzatura e scoprire con mio gran piacere che era scomparso solo il 3,4% del materiale, un furto di poco conto che non ho denunziato al Gerarca Hasten – un vecchio Tonalista mutante che si è dimostrato cordiale, benché sia molto severo con i sottoposti. Hasten mi ha anche permesso di fare un giro dell’avamposto, ammirandone le riparazioni ben eseguite (il rischio di falle nello scafo del Duentu è pari al 17%, ben al di sotto di altri che ho visitato); mi ha portato anche di fronte ad alcuni “monumenti”, che si sono rivelati essere antiche parti di astronavi della Virgo davvero interessanti. Nottetempo, sono riuscito a sottrarre da questi monumenti il 2% di materiale: sono sicuro che il Sinlaßio e le Noßeroedi saranno soddisfatte…

Quanto agli altri, spero che Odalf riesca a gestire bene il gruppo: so che nel dormiveglia ho assegnato a Tagdana il compito di fare l’inventario delle scoperte, quella Gedoman sa essere una brava Cercatrice quando vuole. Vorrei tanto raggiungerli per sapere cosa celano quelle dannate rovine, ma uscire da solo ad affrontare il territorio è sconsigliabile anche se la Marea è poca. Ma se sono un poco fortunato… le tracce di passaggio di Tonalisti che ho trovato qua fuori dal Duentu mi parlano di gruppi di mercanti che trafficano per il mercato nero, potrei trovare una carovana che va nella direzione delle rovine. C’è il 23.7% di probabilità.

Certo, potrebbe anche essere che non trovino il Duentu. Di fatto, esso ci è comparso di punto in bianco, nascosto da una sorta di nebbiolina grigia che si è rivelata essere una emanazione di un vicino lago di un composto di mercurio e tonalite – ne ho prese tre ampolle. Attorno al Duentu, colline e foreste di conifere brune dotate di fiori carnivori rendono difficile l’esplorazione visiva, quindi è possibile che le carovane non ci vedano – d’altronde le loro tracce erano a circa un qom dalla città, dovrò uscire a creare un faro di segnalazione di Ægori prima o poi…

Mi preoccupa però la cittadinanza. No, non parlo dei mutanti, quelli sono tipici dei Duentu: ho visitato la casa di una madre di tre figli che ha sviluppato delle cisti cutanee che producono un liquido sebaceo simile alla gomma (ne ho estratto cinque fiale da lei e dai suoi figli), ma era il caso più grave che abbia visto. C’è qualcosa che non mi quadra in loro: con me sono gentili e cordiali, ma a parte il Gerarca Hasten ho visto praticamente solo adolescenti e adulti; anche i figli della Donna di Gomma erano ormai cresciuti. Avevano un aspetto familiare, e sono quasi tutti Tonalisti – o insonni, perché non ho visto alcuna trasformazione. Ora che ci penso, anzi, non credo di aver visto Dormienti qua attorno. Domani chiederò ad Hasten.

Sempre che io abbia tempo: è la quarta volta che riprendo a scrivere, ogni ora mi inviano qualcuno con notizie di questo o quel composto. Sono persone molto ligie al dovere e si vede che adorano chi, come me, sa apprezzare l’arte del magazzino e dell’accumulo. Mi chiedo se Hasten possa prestarmi un Tonalista della sua Guardia Personale per trasportare tutto questo ben di dio.

Strano, ogni volta che mi chiamano c’è sempre qualcosa che ha a che fare con la genetica, l’ho notato subito: anche il materiale prodotto dalla Donna Gomma è in realtà vivo e possiede un suo DNA, si è replicato durante la notte… mi hanno chiesto pure di provare a creare un siero per qualche strana malattia che si diffonde nel Duentu, ma non ho visto alcun malato.»

***

Poco dopo questa mia pagina di diario, vennero a bussarmi alla porta. Hasten e la sua squadra “gradivano” la mia presenza e capii subito che proprio quella li aveva allarmati. Iniziai fin da quell’istante ad elaborare un piano di fuga, benché non sapessi a cosa stessi andando incontro: il pericolo era diffuso al 97% in ogni soluzione che la mia mente esplorava.

[1] Più o meno la seconda settimana di Aprile se confrontato al nostro calendario.