Bentornati Scriptiani, oggi introduciamo in modo generico un argomento davvero ampio e soggettivo: la Magia!
In molte delle grandi storie fantasy il mondo è pregno di magia, più o meno a portata di tutti, più o meno profondamente. Però, purtroppo, spessissimo, oserei dire la maggior parte delle volte, è un elemento inserito senza un’attenta riflessione. E lo so cosa state pensando:
Va beh, è fantasy e poi come si fa a riflettere su sta cosa?
La risposta è una soltanto: No!
Bene, articolo finito… Va bene, cerchiamo di entrare più nel dettaglio. Un sistema magico, palese o meno, sottile o meno, deve essere sempre ben pensato, mai lasciato al caso. Ma andiamo con ordine e partiamo da qualche definizione.
Definizione di Magia e Processo d’apprendimento
Con il termine magia si intende una tecnica che si prefigge di influenzare o dominare gli eventi, i fenomeni fisici e l’essere umano con la volontà; a tal fine la magia può servirsi di atti e formule verbali, come di gesti e rituali appropriati. L’etimologia del vocabolo magia (in greco μαγεία) deriva dal nome con cui veniva indicata nell’antica Grecia la dottrina praticata dai «Magi» (Μάγοι), i sacerdoti zoroastriani della Persia.
La voce “Magia” di Wikipedia.
Ovviamente l’energia magica può trovarsi sotto innumerevoli forme. Partendo da potenti maghi umani fino a divinità di vario genere e tutto ciò che c’è nel mezzo. Ma ci sono anche esseri “nativi” ovvero che sono in parte composti da magia, è parte della loro natura, e ciò non solo nei romanzi ma anche nel mito.
Fatta questa premessa, è opportuno distinguere i poteri in base alla natura dei vari soggetti, vi sono infatti creature:
- Magiche, i cui poteri sono innati e il cui utilizzo non prevede un addestramento specifico o la pratica di rituali complessi come fate o folletti.
- Mistiche, emissari del volere divino, solitamente caratterizzate dal controllo delle proprie aure come angeli o demoni.
- Benedette o maledette, il cui destino è segnato da un particolare evento che ha condizionato l’intera discendenza, come mannari o vampiri.
- Create o evocate mediante rituali magici o mistici, ossia non necessariamente legate dal ciclo vitale. Spesso provenienti da altri piani dimensionali, prestano la loro forza o le loro abilità per un periodo limitato di tempo. Possiamo trovare creature come golem, elementali, spiriti ancestrali e così via.
- Empatiche, dotate per natura di un intelletto sovrumano che consente loro di poter apprendere con maggior rapidità nozioni complesse. Oppure che hanno sviluppato un’affinità empatica con l’ambiente in cui vivono tale da donar loro abilità uniche, come drow, gnomi, elfi, ninfe.
Imparare a usare la magia
Per chi non dovesse appartenere alle razze sopracitate è possibile apprendere determinati poteri; ciò comporta un lungo periodo d’addestramento dedicato allo studio e alla pratica sotto la guida di maestri; spesso tale formazione comporta delle rinunce.
Come ci si può aspettare un buon sistema magico controbilancia i vari poteri con altrettante limitazioni.
Esempi di limiti
- La recitazione di un incanto o di un rituale richiede un determinato periodo di tempo e concentrazione durante il quale il fruitore è vulnerabile.
- Per poter eseguire determinati rituali, devono essere soddisfatte delle specifiche condizioni come una determinata fase lunare, o un preciso giorno. Alcuni rituali potrebbero essere eseguiti solo durante le notti di luna piena e solo in luoghi idonei e adeguatamente preparati. A volte per l’esecuzione possono essere richiesti più fruitori o addirittura servono sacrifici.
- Generalmente non è possibile fare un uso indiscriminato dei propri poteri. Per il consumo di energia (nelle narrazioni moderne, spesso, è chiamata “mana”) che talvolta può portare a conseguenze gravi e irreversibili.
- In presenza di più dottrine magiche, ciascuna di esse detiene l’esclusiva sui propri poteri. Ciò comporta delle conseguenze che possono essere di vario tipo. Ecco due esempi: non si possono ottenere i poteri di una determinata corporazione se non si è membri; una volta scelta la propria via, non è possibile praticarne altre. Se un personaggio si rendesse conto di non aver fatto la scelta giusta, dovrebbe rinunciare ai precedenti poteri e rifare tutto dall’inizio.
Ovviamente, questi non sono altro che esempi di varie possibili limitazioni. L’importante è che ci siano dei pesi a controbilanciare il potere magico in modo da creare un’opera credibile senza incoerenze e inutili forzature. Per rendere il tutto più avvincente e accurato occorre saper distinguere la magia dal misticismo.
Magia…
La magia parte dal concetto basilare per cui ogni essere, luogo e oggetto racchiude in sé dell’energia. I fruitori arcani attingono a questa, mediante l’utilizzo di oggetti ritualistici, ingredienti o semplicemente “componenti” che emanano tale energia. Saper incanalare i flussi energetici, alterarli e utilizzarli secondo il proprio volere è il fine di ogni praticante magico. La magia si piega unicamente al libero arbitrio del fruitore ed esclude qualsiasi sottomissione al volere divino; chi pratica la magia (a prescindere dal fine) è libero di agire come crede, ma è anche consapevole di violare le leggi naturali e divine.
Il mago
Chi è mago ha essenzialmente uno scopo: la ricerca della conoscenza e dell’origine di tutto. Il mago è innanzitutto uno studioso e la magia è una forma di conoscenza esatta, al pari della scienza. Il praticante di magia è in genere un individuo egocentrico e raramente si cura delle conseguenze (o del prezzo da pagare) dell’uso delle pratiche magiche. Espressione del potere magico è l’energia che sprigiona.
La rete
Ciò che permette lo sviluppo dell’incanto è l’energia, immaginabile spesso come una ragnatela dalle maglie fittissime che ricopre tutto il creato. Solo i fruitori possono percepirla e avvertirne gli spostamenti; quando un mago effettua un incantesimo, i fruitori più esperti possono avvertirne il suo muovere più o meno chiaramente a seconda del loro grado d’esperienza e abilità.
Alcune tipologie di magia
Stregoneria:
Viene solitamente ritenuta tra le tipologie magiche più controverse e spesso è anche ripudiata dalle scuole magiche ufficiali. Questo perché è un tipo di magia che ricorre meno allo studio e si focalizza più sull’approccio istintuale e ritualistico. Lo stregone è lo specialista delle maledizioni e dello scatenare forze caotiche e primordiali; non tutte le streghe/stregoni sono ritenute malvagie, poiché il loro approccio alla magia è ritenuto il più affine alla natura e spesso sfruttano tali conoscenze per il prossimo.
Negromanzia:
La magia nera per antonomasia, l’esempio più eclatante del libero arbitrio del fruitore arcano e, nel contempo, dell’incapacità della magia nel cogliere l’essenza dei misteri della vita. La negromanzia è quella pratica che richiama gli spiriti dei defunti e ne manipola i cadaveri. Il negromante è lo specialista delle possessioni e l’evocatore di creature blasfeme; il fine ultimo è il controllo della vita in ogni suo aspetto, dalla resurrezione alla creazione di nuovi esseri asserviti al proprio volere.
Alchimia (o magia elementale):
Con ogni probabilità è la forma di magia più famosa e affermata nella letteratura. L’alchimista è l’archetipo del genio applicato alle varie discipline scientifiche e non (fisica, chimica, astrologia, metallurgia e medicina). Padrone dei simboli, degli elementi naturali ed esperto conoscitore delle pratiche magiche, l’alchimista è noto per i molteplici scopi che la sua scuola magica persegue: dalla ricerca dell’onniscienza, della quintessenza, della pietra filosofale, della panacea, fino alla trasmutazione (emblematica quella del piombo in oro). La figura dell’alchimista è poliedrica ed eclettica, contestualizzabile negli ambiti più disparati.
Arti psioniche:
L’edotto psionico è quel particolare tipo di fruitore che pone l’intelletto e le infinite capacità della mente come fulcro del sapere magico. Nonostante vi siano razze che posseggano poteri mentali innati, il fruitore psionico è in grado di portare tali abilità all’estremo e di acquisire nuove facoltà. Tra i vari poteri a disposizione si annoverano: la telepatia, la telecinesi, la psicometria, il controllo e la manipolazione mentale, l’ipnosi, la capacità di creare delle barriere e in genere tutto ciò che è relativo alla super intelligenza (capacità di calcolo accelerata, memoria prodigiosa, ecc.). Poiché l’alterazione energetica esterna è minima, l’edotto psionico è il fruitore che meno viola le leggi naturali (sfrutta le cosiddette “energie sottili”), pur disponendo di poteri equivalenti ad altre dottrine magiche.
Poteri spaziotemporali e cosmici:
I fruitori dello spaziotempo e gli astro-incantatori traggono i loro poteri da fonti energetiche estranee al mondo (i flussi spaziotemporali e l’energia delle stelle), per questo i loro poteri rappresentano un potenziale pericolo per la terra in quanto maggiormente propensi ad alterazioni irreversibili delle leggi naturali.
Il fruitore spaziotemporale può viaggiare nel tempo e alterare la struttura dimensionale (può accelerare o rallentare o far retrocedere lo scorrere del tempo in una determinata area, così come può “tagliare” le dimensioni spaziali per ricongiungerle in un secondo momento), è inoltre maestro delle tecniche di spostamento istantaneo (può creare imponenti varchi dimensionali temporanei o permanenti e teletrasportarsi ovunque desideri portando con sé anche interi eserciti) o generare faglie spaziotemporali.
L’astro-incantatore (o mago di luce), è lo studioso della vastità cosmica e dei corpi celesti; traendo energia dalle stelle, può scagliare meteore o alterare le orbite planetarie. Riesce inoltre a manipolare la luce (i fotoni) e a evocare creature astrali. L’astro-incantatore conosce l’influenza dei vari corpi celesti sul piano fisico (come la luna sulle maree) e astrologico (come le stelle possono influenzare il destino delle persone).
Tecnomanzia:
Si tratta di una delle pratiche magiche più anomale e maggiormente affini al genere fantascientifico (prevalentemente steampunk) rispetto al fantasy classico (sebbene vi siano razze fantasy predisposte alla tecnologia, come gli gnomi); la tecnomanzia è l’energia magica applicata alla tecnologia. Il tecnomante è un inventore eclettico nonché abile meccanico; a differenza degli altri maghi non esegue incantesimi su altri individui o sull’ambiente circostante, ma su determinati oggetti, studiandone le proprietà. Scopo del tecnomante è la ricerca del moto perpetuo e la creazione di macchinari sempre più sofisticati ed energicamente indipendenti.
…o Misticismo?
Il misticismo (dal greco “mystikós”, l’iniziato ai misteri) è la tendenza dell’anima umana all’unione con l’Assoluto. O piuttosto un bisogno di allontanamento dal mondo fisico (il quale solitamente viene chiamato realtà) per raggiungere un più elevato livello di consapevolezza. La ricerca di questa consapevolezza è caratterizzata da un procedimento di distacco sia dalla conoscenza sensibile sia da quella razionale; il mistero, dal quale deriva il termine, è ciò che non si palesa razionalmente e rimane nascosto alla comprensione. L’ente sovrannaturale quindi, ascoltata la preghiera, valuterà se rispondere o meno alla supplica; attraverso l’immersione contemplativa, i mistici catalizzano parte dell’infinito potere divino o spirituale e lo utilizzano per adempiere al volere superiore. Un mistico, a differenza del mago, non può utilizzare arbitrariamente i poteri concessi (l’ente superiore può non rispondere alle invocazioni, se non lo ritiene opportuno).
Il misticismo, in quanto pratica rispettosa delle leggi naturali e sovrannaturali, è caratterizzato da due elementi comuni, la capacità di poter intervenire sulla vita e sulla morte dei devoti (un mistico è autorizzato alla resurrezione di uno o più credenti) e innate proprietà taumaturgiche: il fruitore mistico è il guaritore per eccellenza e opera su più piani, dal fisico, al mentale allo spirituale; non esiste ferita, malattia o maledizione che un guaritore non possa curare. I mistici inoltre dispongono di un’affinità empatica con tutte le creature (siano esse piante o animali) care all’ente divino o spirituale che venerano e possono creare e custodire oggetti sacri (amuleti, talismani, sigilli, reliquie, ecc.)
Se il mago è l’archetipo dello scienziato, il mistico lo è del filosofo. Espressione del potere mistico è l’aura che emana.
Differenti approcci:
Approccio devozionale-contemplativo:
Questo tipo d’approccio è il più diffuso e conosciuto (la tradizione fantasy annovera diverse corporazioni mistiche: dai chierici, ai monaci, alle vestali, fino alle sette adoratrici di culti proibiti) trova la sua forza nella contemplazione religiosa e nell’incrollabile fede verso l’ente divino d’appartenenza. Attraverso lo studio dei testi sacri, la pratica costante e la totale immersione contemplativa nell’immensità del divino, il mistico catalizza in sé parte dell’infinito potere e lo sfrutta per i suoi scopi che, devono essere i medesimi alla volontà del divino (nella fattispecie, benedizioni o punizioni). Questo approccio richiede luoghi di culto come monasteri, templi e cattedrali.
Approccio devozionale-naturale:
La contemplazione della natura, del creato, dei vari fenomeni ricollegabili al divino risiedente in tali opere consente al devoto della natura di poter entrar in comunione con essa, con la divinità ad essa riferita e attingerne le conoscenze e poteri reconditi; il druidismo ne è l’esempio più evidente; maestro delle rune ed esperto conoscitore degli ambienti naturali, della flora e della fauna. La natura è venerata come ente divino e fautrice della vita; il mistico naturale venera e rispetta ogni opera della natura e dei luoghi a essa consacrati e si prodiga per la sua tutela. La tipologia dei poteri concessi si basa sulle forze naturali (piante, animali, ecc.) ed elementali.
Approccio devozionale-simbiotico:
Questo approccio non richiama un contatto diretto col divino, bensì con le sue creature più vicine, nella fattispecie i semidivini draconici e tutte le creature sovrannaturali riconducibili a tale fattispecie. Tra il mistico e la creatura si instaura un duplice legame simbiotico; drago e dragoniere condividono le emozioni, le percezioni e ogni avvenimento che capita a loro attorno.
Il legame instaurato consente l’acquisizione dei poteri da parte del devoto e la creatura può sfruttare le proprie abilità al massimo del suo potenziale. Il mistico venera la creatura sovrannaturale, a sua volta il semidio ne concede i suoi poteri innati, per cui non vi è alcun bisogno di richiamare l’ente divino creatore. Dal momento che i poteri sono di natura semidivina (e la creatura dispone in genere di una forza prodigiosa e altre abilità fisiche innate), i poteri di natura simbiotica non potranno eguagliare in termini d’efficacia e potenza i poteri di natura puramente divina o di un’altra entità sovrannaturale.
Approccio laico-esoterico:
Appartiene a questa categoria la forma di misticismo più antica in assoluto, lo sciamanesimo; prima ancora che il concetto di divinità sorgesse nelle coscienze, esistevano individui in grado di collegare la realtà sensibile e il mondo spirituale. Il sistema laico-esoterico non prevede l’adorazione di esseri divini, bensì entra in comunione con essenze ineffabili e libere da ogni giogo empireo, gli spiriti: definiti come l’energia trascendente dalla quale ogni manifestazione della vita viene formata, sia essa una pianta, un uccello, un albero, un animale, o un individuo.
Lo spirito è il flusso principale dell’esistenza. Lo sciamano procede tramite un percorso iniziatico attraverso il quale apprende gradualmente a comunicare e interagire con le suddette entità, divenendo interprete dei sogni, guaritore dell’anima, radioestesista o esorcista. La tipologia dei poteri è variegata come è molteplice la tipologia di spiriti; vi è un’origine naturale (se vengono invocati gli spiriti guida, della natura o elementali), oppure un’origine sovrannaturale (nel caso si intenda riportare in vita un defunto).
L’approccio laico-esoterico non comprende necessariamente uno studio su testi scritti, bensì richiede contemplazione e comunione con l’ambiente circostante al fine di entrare in uno stato di elevazione e assimilazione spirituale che consente l’interazione con gli spiriti. Lo sciamano farà uso di questi poteri per comunicare e adempiere il volere degli spiriti sul piano terreno.
Conclusioni
Ovviamente queste sono macro generalizzazioni “ipotetiche” partendo dall’analisi di narrativa varia ed eventuale e dal mondo antico. Ovvio che non si riduce solo alle parole di questo articolo e fondamentalmente ogni autore fantasy è libero di esplorare. Ma la cosa davvero importante è che si usi questi esempi come una traccia per instradare al meglio il proprio sistema magico.
Come avrai notato ho deciso di non parlare delle fantomatiche “leggi di Sanderson” perché ne parleremo più avanti in un articolo dedicato. Però mi sembrava doveroso darvi una visione generale di partenza dalla quale partire per la creazione vera e propria del nostro sistema magico.
Detto ciò, come sempre, vi saluto e vi auguro Buona Creazione!
Post ben strutturato e molto utile 🙂
Mmmmh ci sono un po’ di cose da rivedere…
Provo a dare il mio aiuto:
• La magia di fatto si divide in due parti distinte: la magia arcana e la magia divina. Sempre di magia si tratta.
In moltissime opere fantasy (quasi tutte) la magia è un potere che proviene da terze parti e che richiede studio per scoprire le tecniche della sua manipolazione o concessione. Solo in rare occasioni si ha la possibilità di avere una innata predisposizione al suo accesso, ma rimane il fatto che non è qualcosa che origina direttamente da noi, anche se potessimo avere questa predisposizione: che sia una energia latente nell’esistenza (magia arcana) ed un personaggio fantasy impara come manipolarla, o che sia un favore concesso da entità superiori (magia divina) rimane sempre un potere che proviene dall’esterno del personaggio.
• Sulla base di quanto detto, grande errore è mettere il potere psionico tra i tipi di magia. Il potere psionico non è strettamente connesso con il potere magico arcano, ma è un potere innato che proviene dalla propria mente ed ha meno limiti rispetto alla magia, almeno potenzialmente parlando. Quello descritto da te è un tipo di scuola di magia arcana che rientra nell’ammaliamento od influenza mentale (alcuni possono anche chiamarlo mentalismo o altri accomunano la cosa all’illusione, poi dipende dall’ambientazione), ma rimane magia arcana e non ha niente a che vedere con il potere psionico (che non a caso non si chiama magia).
Il potere psionico (o arte psionica che dir si voglia) è invece qualcosa che risiede unicamente nella mente del personaggio, che fa ricorso all’unico uso della propria mente per piegare la realtà circostante, le sue leggi o generare effetti altrimenti impossibili. La mente del personaggio è quindi una mente particolare, che non ha bisogno di energie esterne per ottenere qualcosa, ma è essa stessa l’energia a cui il personaggio ricorre.
• Non è corretto affidare al termine “misticismo” alla magia divina. Il misticismo in realtà risiede molto di più nella magia arcana, tipica dei maghi, streghe e degli stregoni. Infatti si parla di solito si parla di misteri arcani: sono maghi e stregoni che vanno molto più spesso a cercare di svelare misteri “arcani”.
Il potere divino ha si i suoi misteri, ma che si spiegano in un meccanismo molto semplice: fede nella propria entità superiore e la sua eventuale risposta alle suppliche del proprio seguace chierico/sacerdote o che dir si voglia. In contesti fantasy dove molto spesso le divinità sono esseri presenti e tal volta proprio manifesti, il “mistero di fede” non è affatto un mistero e per tanto il concetto di mistico si sposa decisamente molto male con la magia divina. Poi si possono fare eccezioni in alcune ambientazioni, ma non è affatto la regola.
Direi che basta.
Spero di essere stato utile.