Tossii. Poi ancora mossi il mio corpo. Le mie movenze erano rallentate da qualcosa, ma non riuscivo a raggiungere la mente dei miei compagni. Sentivo un liquido che mi circondava. Poi, qualcosa si ruppe e uno scroscio aprì la via verso l’aria.

Caddi dalla teca di vetro tossendo ancora. Non so se conoscete la tosse Ishgor, ma non è suadente: è un insieme di versi gutturali che vengono trasmessi sia con il suono che con la mente.

«Non sono mai stata così felice di sentire la tua tosse» disse Dalia. Era viva. Entrai nella sua mente senza accorgermene e lei mi rimproverò: «Non si fa! Chiedi permesso.» Ma mi lasciò vedere.

Alzai le sue mani verso gli occhi e vidi il suo corpo, nudo, ringiovanito. Le voltai la testa e vidi gli altri: c’ero riuscito! «Il Veneralia trasmigrava le anime», dissi tossendo ancora. «Ho pensato che potesse essere possibile.»

ßashir era contento: «Le mie cicatrici! Sono scomparse.»

«Te ne farai di nuove sicuro», gli rispose Dar-uj. «Capo, ma il Saggio non aveva detto che i suoi cloni non avevano poteri tonali?»

Tagdana e Gentru entrarono nel tempio, erano forse stati i primi a risvegliarsi. «Abbiamo controllato l’ingresso», disse la Kamsit. «Sarà arduo distruggere le pietre che lo bloccano, ma due tecniche qui e due là…»

Delia riprese controllo di sé e lanciò una barriera di invisibilità attorno a tutti noi. «Funzionano.»

«Ecco cosa mancava al Saggio», disse Dar-uj assumendo forma di serpente. «Un’anima Tonalista.»

Ridemmo a crepapelle per quasi un’ora, giusto il tempo che servì a Tagdana e Gentru per riaprire l’ingresso.